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Urge n'etica stella...Poesia e poetica in Maria Luisa
Daniele Toffanin
Intervento di Antonella Cancellier
Prof. ordinario di
Lingua spagnola
Università degli Studi di
Padova
Gabinetto di Lettura
Padova, 26 giugno 2012
Mi sono trovata tra le mani proprio in questi giorni degli appunti presi
durante una serie di seminari su “L’eroe che pensa” a cui avevo avuto
l’occasione di partecipare, coincidendo lì l’anno scorso a Córdoba in Argentina,
tenuti da Alfonso Berardinelli, che non conoscevo personalmente prima, uno degli
intellettuali più intelligenti e sensibili nel panorama internazionale, una
delle voci militanti più attendibili e stilisticamente pregevoli, che nel 1995,
a 52 anni, si è dimesso dall’insegnamento universitario che espletava come
professore ordinario a Venezia per dedicarsi, libero da vincoli di ogni tipo, ad
approfondire e a diffondere la cultura scrivendo ma in particolare come
professore girovago, una specie di “clerigo vagante” medievale, generoso e avido
allo stesso tempo. Così sosteneva parlando a quei fortunati studenti del
dottorato dell’Università più antica dell’Argentina e una delle più antiche del
territorio latinoamericano: “Di tutte le parole che possiamo scrivere con la
maiuscola sarebbe bene diffidare: contengono quasi sempre un pericolo di
retorica e pretendono un rispetto che la loro astrattezza illusionistica non
merita. Essere, Stato, Mercato, Rivoluzione, Patria, Partito eccetera: in ognuno
di questi temi è nascosta qualche trappola. Ma qui vorrei occuparmi della […]
parola Poesia”. Ecco: anche noi oggi ci troviamo qui a occuparci della parola
Poesia, la più incisiva, la più mutevole, la più viva, la più capace di
trasmettere suggestioni e contenuti fra le forme letterarie contemporanee, ci
troviamo qui ad ascoltare la Poesia con la P maiuscola, quella di Maria Luisa
Daniele Toffanin.
L’incontro di oggi (Urge un'etica stella… Poesia e poetica in Maria
Luisa Daniele Toffanin) in questa sede bellissima e densa di significati, e
per questo si ringrazia Alberto Turolla, presidente del Gabinetto di Lettura che
ci ospita, vede la partecipazione di tre persone straordinarie che stimo
moltissimo dal punto di vista intellettuale ma anche che è molto bello avere
come amiche. In questo spazio che dedichiamo all’atto poetico, è un privilegio
trovarci di fronte a tutta la catena dell’esperienza creativa: all’artista che
la produce (Maria Luisa Daniele Toffanin), allo storico della letteratura e al
critico che ne fa l’esegesi (Silvana Serafin) e al lettore, un lettore
privilegiato, militante, colto acuto e appassionato (com’è Luisa di San
Bonifacio Scimemi) che sa scandagliare e declinare significanti e significati, muoversi
tra strategie e strutture, ma anche a ognuno di noi che nella lettura o
nell’ascolto proviamo nei vari livelli e nelle varie forme il piacere del testo,
ma anche semplicemente di un ritmo.
Silvana Serafin, autrice di Pensieri nomadi. La poesia di Maria Luisa
Daniele Toffanin (Venezia, Studio LT2, 2011, pp. 228). È professore
ordinario di Lingua e letterature ispanoamericane (Università di Udine) come da
curriculum.
Questo primo volume, fortemente atipico, sui generis diciamo per la
sua peculiarità ma connotandosi nel medesimo tempo per un estremo rigore,
risulta essere un interessante e originale ibrido intergenerico e polifonico
dovuto all’azione compositiva con cui le perite mani di Silvana Serafin hanno
intelligentemente disposto e organizzato in modo dialettico le più voci
all’interno del libro che si apre con l’editoriale di Daniela Ciani Forza a cui
segue l’introduzione e un primo capitolo (L’opera: percorsi vitali tra
emozioni e riflessi) che è un puntuale studio critico a firma della stessa
Silvana Serafin teso a scandire l’intenso percorso delle 8 sillogi di Maria
Luisa Daniele Toffanin pubblicate dal 1998: Dell’azzurro ed altro, A
Tindari da un magico profondo, Per colli e cieli insieme mia euganea
terra, Dell’amicizia-my red hair, Iter ligure, Fragmenta,
fino a E ci sono angeli e Da traghetto a traghetto per non morire
del 2011. Il secondo capitolo (Conversando con l’autrice per comprendere il
non detto) e il terzo capitolo (La parola alla critica) intensificano
l’articolata operazione metalinguistica della curatrice contemplando tre
interviste (della stessa Serafin, di Maurizia Rossella e di Pasquale Matrone) e
l’annessione di stralci di lettere private (Bino Rebellato, Leggere p. 84), ma
anche motivazioni di premi, testi di presentazioni di libri, note critiche e
recensioni, interventi in convegni, articoli (illuminante quello in cui
Graziella Corsinovi, attraverso il metodo spitzeriano, analizza magistralmente
dal punto stilistico il suo linguaggio, Leggere pp. 104, 105, 106) o apparati
paratestuali come quarti di copertina (Andrea Zanzotto, Leggere p. 86), istanze
tutte che montano inquadrature e angolazioni diversificate ed essenziali alla
comprensione e all’esegesi della poetica di Maria Luisa Daniele Toffanin.
Infine, l’accurata, vastissima e capillare bibliografia e sitografia di prima e
seconda mano sono imprescindibili per dare conto della sua ricezione. In
appendice, la splendida composizione Da traghetto a traghetto per non morire
(inedita fino a quel momento) che ci traghetta al secondo libro che viene
presentato oggi Appunti di mare, fresco di stampa (giugno 2012). Da
traghetto a traghetto per non morire infatti è entrato a far parte di questo
nuovo suggestivo titolo di Maria Luisa Daniele Toffanin, insieme alla silloge
A Tindari da un magico profondo (Patti-Messina, Nicola Calabria editore, 2000,
2002, Premio “Surrentinum”): due composizioni che, pur sotto lo stesso segno del
mare, hanno ognuna una identità propria e specifica. Ma di questo ci renderemo
conto durante la loro lettura. Un ultimo sguardo all’apparato paratestuale: il
volumetto, già prezioso di per sé, è arricchito dai profili di costa di Marco
Toffanin che fanno di Appunti di mare un incantevole portolano.
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