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Roberta Degl’Innocenti è nata e vive a Firenze, è autrice di numerose raccolte
tra cui L’Azalea (1998), Colore
di donna (2000) e Donne in fuga (2003). Si tratta di poesie dove
s’intrecciano vari registri, non sempre necessariamente in accordo tra di loro,
quasi a formare un controcanto corale. Un Vestito di niente
(Edizioni del leone) è infatti un volume in cui classicità e desiderio si danno
il cambio, in cui la brama e la quiete coesistono. A volte la poesia di Roberta
raggiunge una realtà stupefatta, un’estasi dell’immagine e della versificazione.
L’effetto, come nota Paolo Ruffilli, “è una tenerezza espressa come eleganza di
strutture, delicatezza di modi e di toni, flessibilità melodica, leggerezza
d’immagini”.
Esterina
Esterina era un sogno, una chimera.
Un pensiero strappato sulle unghie,
rosse di petali, gettati come lacrime
in carezza di fiume.
Coperte di petali e sentieri di follia.
Mi parlava in silenzio, segreta come
i gesti da stupire. La Strada dei Matti -
mi diceva - è un luogo dove entrare
sottovoce per respirare gli ansiti del
cielo e il rauco grintoso della terra.
Esterina parlava ed io scrivevo,
rapida come il volo degli uccelli.
Sulla riva del fiume ricamavo
parole fitte e lacrime rubate.
Eppure mi faceva stare bene.
Esterina era un sogno, una chimera.
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Recensione |
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