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Foglie
Un albero in dono ho chiesto al cielo / radici forti a stringere la
terra / rami per vederci le stagioni / e il tronco da abbracciare.
/…
Con questa dolcissima forza lirica Mariagrazia
Carraroli, rivela tratti autentici della sua poetica sulla natura. E a proposito
del Diospiro, nome d’albero sì , ma pure e sempre avvertito scrigno di
spiritualità, metafora di celeste vocazione alle radici anche familiari. Non
ricordo la stretta di mio padre / quella che dice più delle parole / che fa
sentire a casa / nel nidoasilo dei suoi rami.
Umilmente nel cielo della natura è dunque questo
andare per sentieri a sentire foglie che bisbigliano segreti sotto i passi
attenti alle radici, che innerva il suo ultimo
libro di poesie, Foglie. La silloge
costruita armoniosamente di immagini e suoni, fogli e foglie da sfogliare e
raccogliere nel bosco degli occhi per sentire e vedere l’inattualità di un
dettaglio naturale, ma pure di vita, di pulsazione poetica.
Il libro concepito addentrandosi nei boschi
dell’Appennino tosco-emiliano, tra Poranceto, Carpineta, Berceda ed altri
borghi sparsi, silenziosi di alberi secolari da cui e attraverso le cui foglie e
radici auscultare il mondo e a volo, senza punteggiatura / mobili crittogrammi /
in assonanze di colore / afferrate al volo / da uno sguardo migratore le
nuvole passano su questi paesaggi dell’anima. Versi brevi a volte cadenzati in
rima e con numerose suggestioni sinestetiche caratterizzano lo stile della
raccolta, impreziosita anche dalle raffinate elaborazioni grafiche di Luciano
Ricci.
Un libro che riannoda sì il nodo antichissimo
primordiale tra natura poesia e musica interiore, ma in chiave squisitamente
lirica, il cuore fa da orologio della storia, non vi sono volutamente echi di
proclami eco-ambientalisti, ma semmai l’impegno è risolto nel panteismo
impressionista di un ascolto dei colori da salvare nella vis poetica, nella
sacca degli occhi che s’incantano tra un’estate ed un autunno dal sapore quasi
pre industriale. In conclusione la definiremmo forte inattualità di un fare
poesia. Un assolo senza scoop giornalistici e mediatici. Una silloge in cui il
canto resta prima vox di un sospeso paesaggio atemporale nel fluire del
tempo della natura. E così queste Foglie, giovani fragili millenarie, cantate
da Mariagrazia Carraroli paion dirci, verso dopo verso … tenacemente / il
respiro doniamo / al mondo.
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Recensione |
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