Filosofi, saggisti e poeti hanno diffusamente scritto dell’amicizia: da Manzoni a Kahlil Gibran, da Aristotele a Padre Matteo Ricci che ne stilò un trattato in lingua cinese, da offrire a un principe, parente del re, quale segno…d’amicizia verso il paese e la cultura cinese. Tale trattato raccoglieva detti di vari autori occidentali sul sentimento dell’amicizia, sentimento assai apprezzato nella società cinese.

Proverbi, sentenze, argomentazioni e riflessioni, poesie e racconti sul valore dell’amicizia sono spesso stati scritti da autori maschi. Forse perché le donne autrici preferiscono viverla, l’amicizia, piuttosto che scriverne. Semmai, come nel caso di Maria Luisa Daniele Toffanin, ricordarla, quando l’amico/a non c’è più.

La poetessa Toffanin ne scrive, sentendo forte la mancanza, il doloroso vuoto e cercando nel ricordo i lineamenti etici ed estetici della donna con la quale teneramente condivideva eletta amicizia… in parole d’aria e di sole.

Via via che la memoria accende la poesia, si delinea una figura di donna dove il rosso dei capelli trattiene segreti, espansioni, pensosità, devozione, abbandono, dubbi, ispirazioni e operosità, insieme a indignazione, letizia, ospitalità, danza, mistero, stanchezze e dolori di lei che viene evocata con l’azione del lavare. Azione che è della donna e nello stesso tempo del poeta.

La Toffanin , infatti, sembra voler detergere i ricordi dalla patina del tempo per mettere sempre più a fuoco l’immagine della protagonista, un’immagine interiore avvolta dalla fiamma/amore dei capelli.

Ogni poesia è una pennellata che alla fine compone, perfetto, il ritratto dell’amica.

Piace percorrerlo in ogni particolare, perché dentro c’è tutta la forza dell’amicizia vissuta che diviene un tutt’uno con l’espressione my red hair del sottotitolo.

Un dono così grande, ricevuto e ridato, è un dono per sempre. Una grazia.

Campi Bisenzio, giugno 2010