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Le stagioni scomparse
La storia narrata da Luca, il protagonista de Le stagioni scomparse di Giovanni Bacci, registra in primo luogo l’amore dell’autore per i fatti storici che sono puntualmente annotati dentro un racconto di famiglia lungo un secolo e mezzo circa.
La ricostruzione puntuale e fedele delle cronache familiari e la descrizione viva e ricca di particolari dei personaggi incorniciano eventi circoscritti dentro il grande perimetro della Storia. L’autore, appoggiandosi a documenti e note ritrovate negli archivi, ma anche a fatti e racconti trasmessi per via orale, scandisce gli eventi, narrandoli con rigore e passione, descrivendo paesaggi, ambienti, situazioni e vissuti, in modo tale da coinvolgere chi legge e fargli sentire le sue stesse emozioni. I fatti narrati nella storia avvengono tra un tempo antecedente la Prima Guerra e poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando si chiude il cerchio, aperto all’inizio del libro, con la presenza e la voce del nonno del protagonista che lo invita ad accompagnarlo e ad andare. Un invito che significa e mostra il succedersi armonico delle generazioni e l’importanza del passaggio del testimone. Un incoraggiamento che sottintende, anche, il moto inarrestabile della vita che spinge avanti e corre verso cieli futuri. Un andare, però, senza dimenticare ciò che è stato prima e ha dato valore e senso a ciò che è e che poi sarà. La narrazione fluisce agile, tracciata da una penna felice che attrae il lettore e lo avvince, spesso commovendolo con tocchi di contenuto, emozionato romanticismo che, in alcuni tratti, sfiora la poesia, come ad esempio nelle righe annuncianti la morte di Annunziata: Il rantolo divenne grave e tutto si oscurò: l’abbraccio forte di Stefano, in un attimo, divenne l’infinito abbraccio dell’universo. Campi Bisenzio 1 gennaio 2022 |
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