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Pagine sul filo sottile del tempoImmagina di essere bambino e di essere comodamente sdraiato nel tuo lettino nella penombra della tua cameretta. E’ sera. La tua mamma, o il tuo papà, con la loro bella voce calma e suadente ti stanno narrando una bella storia alla quale tu ti abbandoni lasciando andare tutte le tue resistenze ed assieme ad esse fai volare libera la tua fantasia.
Così ti addormenti e i tuoi bei sogni si intrecceranno armoniosamente con la storia che ti stavano narrando. Leggere il poetico libro di Lilia Slomp Ferrari è come ritornare bambini e farsi cullare. E’ una regressione dolce, affascinante e naturale. Un riscoprire momenti, attimi e situazioni che oltre mezzo secolo fa erano abbastanza comuni per chi non abitava le metropoli. La vita, allora, era un vero rinascere e uno sbocciare nuovo dopo la terribile esperienza della guerra. La città era stata bombardata dagli aerei anglo-americani; i tedeschi erano scappati. La vita rifioriva nelle campagne e le stesse campagne, a quei tempi meno infestate da anticrittogamici come sono oggi, erano il regno magico di farfalle, uccellini, insetti, frutta, alberi e cespugli d’ogni genere. Campi, prati e boschi proteggevano e davano vita ad un’esistenza straordinariamente ricca e varia di profumi, odori, colori, flora e fauna. Ora quell’universo è molto cambiato, ma, seppur sbiadito e stinto, lo conserviamo nella nostra memoria collettiva. Lilia Slomp Ferrari possiede una penna fatata ed una magica scrittura che riesce a ridar colore, sapore e vita a quel mondo senza amare nostalgie, senza lacrime o dolorosi rimpianti. Lilia, con sole trentacinque pure e artistiche pennellate (i suoi racconti), ci propone un mondo vivo e palpitante di sentimenti, emozioni, affetti, passioni, desideri e fantasie che ora – purtroppo – sta svanendo. Sembra quasi strano a dirsi, ma i desideri di quel tempo erano diversi dai desideri dei giovani di oggi. Un secolo fa circa, la società ti offriva pochissimo e quel poco era stato annientato dalle due grandi guerre. Non c’erano telefonini, rarissimi erano i televisori, mancavano le autostrade, le discoteche nessuno sapeva cosa fossero, la musica era sui vinile. Pochissimi possedevano un’automobile. Si potevano, così, avere molti desideri, e se non potevi acquistare un automobile o un frigorifero, c’era la natura, bella, viva e rigogliosa che offriva senso e significato alla tua vita. Ora i giovani non sanno più cosa desiderare sia perché possiedono quasi tutto, sia perché i desideri sono sfacciatamente proposti da internet e da chi ci sta dietro. E’ il mondo consumistico che ti pilota, ed in tal modo sorgono nuove frustrazioni e nuovi scontenti che la società si porta dentro. I rapporti e le relazioni si sono un po’ inaridite, sono in gran parte virtuali e hanno perso gran parte del loro caldo colore affettivo, specie nei giovani. Lilia, con delicatezza estrema e con somma sensibilità ci fa un enorme regalo che solo lei poteva farci: ci permette recuperare la dimensione umana legata agli affetti, alle passioni e alle relazioni interpersonali e a quelle altrettanto importantissime che intercorrono tra uomo e natura. Leggendo il suo splendido libro parliamo con fiori ed alberi, riallacciamo il filo affettivo che ci lega ai nostri cari affetti e che, forse, si era un po’ sfilacciato. Come d’incanto riviviamo rumori, come quelli dei carretti, che sono ormai scomparsi. Assaporiamo il profumo della neve o delle stagioni, così come quello dello zelten o di certe marmellate. In conclusione, Lilia ci consente di percorrere, sul filo sottile del tempo, i momenti salienti che hanno dato significato a tanti momenti della nostra infanzia e della nostra adolescenza. Ci arricchisce e ci dona emozioni e intime vibrazioni che forse molti di noi avevano quasi scordato. Grazie Lilia. Grazie per averci aiutato a recuperare quella parte di umanità e di spiritualità che forse avevamo sepolto sotto le ansie e le frenesie dell’attuale millennio. |
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