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Rossano Onano è emiliano di Cavriago, nato nel 1944, di professione medico psichiatra, scrittore e poeta per passione. Sandro Gros-Pietro, nella prefazione di Ammuina, lo definisce "enigma anfibologico irrisolvibile" per l'uso eccessivo di metafore, frutto di un "meticciato" di culture, di cui rimane una sorta di "vociare strillonico"; spiega che l'ammuina "era l'ordine che si dava alla ciurma della reale marina di Francesco II, ultimo re di Napoli, quando ci fosse stata l'ispezione improvvisa a bordo. Ovviamente si tratta di un falso storico, perfidamente architettato dai comandanti piemontesi per deridere la scarsa propensione guerresca delle truppe borboniche".

In effetti la lettura non si presenta di immediata fruibilità, anzi sembra bizzarra sia nei contenuti, sia nell'architettura. Alcuni titoli sono lunghi; i componimenti constano in qualche caso di un solo verso, in altro di due o tre pagine, a volte si richiamano in una sorta di poemetto; sovvertono le regole grammaticali come l'uso di iniziare con i due punti; alcune frasi sono completamente in latino; c'è una platea di personaggi. Esprimendomi con gergo marinaresco, dico che è come se il nostromo stesse sul cassero ad armeggiare le maestranze per liberare la ruota del timone, da una fune, che devia la rotta al nocchiere, fin quando si rende conto che si ritrova ciuffi di trefoli di una gomena. Lascio prima scorrere le immagini, poi le faccio decantare, infine rifletto: secondo l'ordine di successione. Mi sembra un volersi prendere in giro da soli.

Onano inizia con 'La bellezza di Amanda', chiaro riferimento all'attrice Lear, figura androgina (dalla ambigua identità), per richiamare la papessa Giovanna, fino a scendere nel tempo del mitico Pan, e ai bronzi di Riace "dubbiosi sui genitali minimi." (pag.15). Ci introduciamo in un Palazzo di Giustizia (16/18) in rapida successione: convocazione, istruttoria, sentenza, con velocità e cortesia gentile [sta per paronomasia di genitale?]. Seguono il gregario Bruscaglia del giro d'Italia e il calciatore Pessotto; il non tanto celato rapporto sessuale nell'indicazione dei girini [da intendersi spermatozoi]. Forse trattasi di macro metafora per alludere alla lentezza dei processi nel confronto dei due velocisti: in tal caso sarebbe come una sveltina da fiera, senza passione e senza poesia.

Al veloce e fugace rapporto si contrappone, ora, la donna "che libera il seno vasto al truce dispensatore di semi" (23) (liquido seminale). Troviamo Facile Ammuina (25) e di seguito una girandola di personaggi, come 'Aurelio Schellino contesta la tela di Paolo Caliari'; l'anima di Nastagio degli Onesti, che pare aggirarsi nella Pineta di Classe; oppure l'anima cinematografica di Monica Bellucci. Ora, Alissa: il cui ventre viene lisciato dalla sciarpa del padre, fino alle tettine; ci sono nomi strani come mariadefilippi (tutto unito e minuscolo), si adombrano pedofilia o incesto.

Mi immagino di stare sul set di un film. Lungomare ligure d'occidente, una donna; Federico Fellini che per una sceneggiatura sul massacro di rane dà suggerimenti a Tonino Guerra, il quale a sua volta agisce di iniziativa propria. Maria, una sposa, inserita nei problemi di coppia o domestici. Altra girandola: Antinoo e Adriano, Antinoo e l'angelo Emanuelle, l'imperatore Costantino, la favorita di Akbar'. Stanno a confronto le mammelle dell'amante, di un uomo, dalla "copula veloce delle fiere." (58); oppure quelle smunte di una madre, per comprendere la bulimia; o quelle "dilatate ghiandole/mammarie per un equo baratto" (60). Mi chiedo se l'Autore voglia indicare che la donna non è uno scarto da cucina; ne, tantomeno, una ninfomane da bestseller.

Rossano Onano, fa scoprire differenze fra gli usi alimentari, così tra "ragit e la came con la pommarola" (62); la cucina marinara con calamari [liquido scuro, amniotico?]; ma anche la tragedia, che per ironia o paradosso, "lascia aperta la canna del gas." (62). Poi, con l'evocazione dell'orto dei Getsemani, richiama Didimo, il nome di `Tommaso, uno dei dodici' che secondo il passo evangelico, va a "dorso d'acqua" sul lago increspato, e ascolta "voce di materna | concubina" (67). La donna, Eva per antonomasia, mi pare si prenda la sua rivincita su Adamo. Qui richiama l'attenzione sulla immigrazione, sull'adozione di bambini, ci ricorda che proveniamo da lontano.

Le immagini, come da fotografia, emergono dalla bacinella d'acqua in camera buia: forse richiamano l'esistenza nel grembo materno, costituiscono un monito perché l'uomo si rigeneri in una nuova umanità. A questo punto l'ammuina in parte svanisce, facendo spazio al sereno.

Recensione
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