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 Antologia critica delle opere di Pietro Nigro v. III (2° agg.)

Pietro Nigro, autore siciliano di Avola (classe 1939), dopo un lungo impegno letterario, merita che ci si interessi di lui; come avviene, quasi fisiologicamente, verso autori che non si sono risparmiati. L’Antologia Critica delle opere di Pietro Nigro raccoglie giudizi di Vari Autori; tuttavia, mi faccio obbligo di segnalare che il maggior numero di interventi proviene dalla frusinate poetessa e saggista Isabella Michela Affinito tanto da averne prodotto, in precedenza, una monografia, a me nota, e che qui ha steso la prefazione.

L’Antologia si compone di due parti: la prima, preponderante, comprende note critiche su ventuno opere di Pietro Nigro; e la seconda, riguarda opere a lui dedicate, in particolare due monografie, una di Fulvio Catellani, “Il significante stupore dell’esserci”, e l’altra della Affinito, come si diceva prima, “Dalla Sicilia alla Francia”; oltre a note sull’analoga Antologia del II volume; una breve corrispondenza con l’editore Guido Miano di Milano, con l’Accademico Francesco G. Musante Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana di Chiavari (riporto per esteso il titolo per fedeltà al testo) e altri brevi interventi. Opere tutte corredate dalle rispettive immagini di copertina e da note editoriali che, generalmente, si susseguono in modo cronologico. Inutile aggiungere che le varie voci, pur differenti, restituiscono coerentemente la figura di Pietro Nigro, uomo e poeta, esemplare, in armonia con sé stesso.

Si sa che le raccolte come la presente hanno lo scopo, fra l’altro, di non disperdere la fatica spesa dagli artisti in tanti anni. Certamente il desiderio recondito degli autori è quello di lasciare un’impronta che li ricordi; sta a noi lettori raccoglierne i frutti, saperne riconoscere il valore e farne uso; ed è quello che mi propongo di fare, perché altrimenti anche la mia fatica rischia di vanificarsi. Isabella Michela Affinito, nella prefazione, prende avvio dichiaratamente da un paradosso, poiché nell’opera di esordio il poeta avolese menziona nel titolo il deserto, osservando che poi, nei tempi successivi, la sua offerta letteraria si riempie di una folla di opere; analogamente con rapidi cenni dotti, richiama il mitologico Efesto-Vulcano sempre alle prese con la fucina, e altri personaggi, per sottolinearne l’operosità. E così più avanti commenterà: “Il ‘suo’ deserto è fatto di sovrumani sforzi d’un intero popolo per uscire dalla sicilitudine, come scrisse Leonardo Sciascia”.

La rassegna offre generi assortiti che affrontano temi vari: genere poetico e di narrativa; elaborazioni letterarie e riflessioni metafisiche; e serie di raccolte di note critiche, a comprova di un impegno continuo che non si esaurisce e con l’intento di rendere ordinato il suo pensiero e le sue ispirazioni. Tutto ciò rispecchia il rispetto verso gli autori trattati da parte sua e la volontà di divulgare le sue conoscenze, quale docente abituato a procedere secondo una metodologia. Di tutto ciò viene ripagato con l’attenzione critica riscossa. Così, per semplificare, abbiamo le serie di I Preludi, giunti al sesto volume; delle Notazioni estemporanee e Varietà, giunti al sesto volume; delle Monete imperatoriali e imperiali di Roma, di due volumi (presumibilmente con altri in arrivo); e il saggio letterario Paul Valéry sul Simbolismo, il cui Manifesto risale al 1886, ad opera di Jean Moréas (1856-1910), corrente di pensiero dei primi esordi di Pietro Nigro.

In particolare, l’attenzione si focalizza su alcuni aspetti del carattere del poeta-scrittore, Pietro Nigro, motivazioni interiori su meditazioni e su astrazioni metafisiche. Egli viene attraversato da una gradualità di stati d’animo, come rammarico e rimpianto, della Sicilia al tempo della Magna Grecia e a quello di Federico II; così man mano, nella sua produzione poetica, oggi l’urlo interiore si leva contro ogni egoismo, tanto da riversarsi nella saggistica (Ecco le caratteristiche della sicilitudine sopraindicata, a parere del sottoscritto). Il lessico poetico risente della sua formazione classica e di una forma ermetica quanto basta per celare aspetti intimi del proprio dolore, che sovrasta la sua forza umana. Il peso dell’assenza per i lutti attraversati, come quando fissa il momento della dipartita: “Ma quel dono mi fu strappato. / Se ne andò mia figlia Gabriella, / senza un saluto. // Splendeva ancora il sole d’agosto.” (dalla silloge “L’Uomo, Dio e l’Infinito”), per Gabriella Nigro (1967-2014); rivelandosi scrittore onesto, in un equilibrio volto alla ricerca della conoscenza.

Perciò acquisiscono molta importanza la memoria e il valore del presente in una visione sempre più vasta, esistenziale. A volte la nostalgia diventa malinconia e si carica di angoscia che sono strettamente connesse. Soccorre la poesia, quale antidoto al dolore, e il Poeta si riveste della natura. La vena metafisica si riverbera in molte opere, come Astronavi dell’anima, La porta del tempo e l’infinito, Canti d’amore, Miraggi, parte dei Preludi, Alfa e Omega, senza contare l’opera che la richiama espressamente, Metafisica del tempo e dell’amore, una raccolta che ripropone alcuni componimenti scelti dalle precedenti sillogi, in cui si riverbera il suo contatto con il mondo reale. Elementi tutti che determinano il suo spirito e la sua poetica.

Pietro Nigro percepisce sentimentalmente l’amore etereo, lo intende come anelito dell’anima, come disposizione verso gli altri; così l’amore assume un valore universale, diventa attitudine a relazionarsi con gli altri. Se vogliamo, possiamo trovare possibili accostamenti a poeti come Giacomo Leopardi, giusto per stare in casa nostra, senza richiamare autori stranieri; ma troviamo anche vicinanza con una lunga tradizione siciliana, con i suoi corregionali Salvatore Quasimodo, Giovanni Verga, Luigi Capuana, Luigi Pirandello. Naturalmente lo stile espressivo si perfeziona nel corso degli anni divenendo più sciolto. Egli si pone quale coscienza del mondo tra il terreno e l’assoluto alla ricerca della conoscenza, senza essere assertivo.

La digressione qui esposta chiaramente non esaurisce il discorso su Pietro Nigro, né potrebbe esaurirla su altri, bensì intende offrire un’idea dell’humus di cui si nutrono poeti, scrittori, artisti in generale. Le persone creative sono donne e uomini come gli altri, ma in più hanno il dono della propria arte o della propria scienza. In ogni caso l’Antologia Critica delle opere di Pietro Nigro offre una buona lettura di vita vissuta e di esperienze letterarie che ci arricchiscono. Ho avuto il privilegio di conoscere alcune opere del poeta e scrittore siciliano e di avere recensito le due monografie soprindicate sullo stesso, quella di Fulvio Castellani e l’altra di Isabella Michela Affinito.

Ho evitato rimandi storici e letterari di particolare impegno per non appesantire la presente esposizione, invitando alla lettura dell’Antologia: per esempio considerata la preparazione sulla Storia dell’Arte da parte della prefatrice, Isabella Michela Affinito, troviamo vari riferimenti utili ai cultori delle Belle Arti; parimenti potremmo rilevare alcuni spunti specifici degli altri critici intervenuti. Credo che Antologie simili abbiano il vantaggio di mettere a confronto vari autori; i libri vengono diffusi anche grazie alle riviste dedicate e ai lettori che li recensiscono. I libri escono dal chiuso delle vetrine di casa propria o delle librerie, e quelli più fortunati vengono esposti nelle biblioteche a disposizione di chi li voglia consultare e diffusi su larga scala.

Oltre ai critici soprannominati, hanno contribuito con giudizi i seguenti autori: Elettra Bianchi, Tito Cauchi (lo scrivente), Rossella Cerniglia, Enzo Concardi, Enza Conti, Gianluigi Esposito, Monica Florio, Pasquale Francischetti, Francesca Luzzio, Angelo Manitta, Giuseppe Manitta, Teodosio Martucci, Francesca Migliani, Luciano Nanni, Antonio Pagliai, Nazario Pardini (mi scuso se non ne avrò indicato qualcuno). Da tutti ho attinto qualcosa e ricevuto stimoli, per la piacevolezza degli argomenti, come in una sorta di chiacchierata per conoscersi meglio e mettersi a confronto, sempre utile. Anche la corrispondenza epistolare, inclusa in questo volume, restituisce una dimensione più umana oltre che letteraria di Pietro Nigro e dei suoi estimatori.

Recensione
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