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Pasquale Montalto, poeta di Acri
(Cosenza), Psicologo, Psicoterapeuta, opera presso i Servizi Sociali della
Comunità Montana di Acri ed è referente regionale per i ‘Centri di
Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva’ (Cemea). Impegnato in ambito
sociale e culturale ci offre questa raccolta, Primaveranima, che Renza
Agnelli in quarta di copertina definisce ‘versi morbidi e flessuosi’.
Aggiungo, versi semplici propri di un ‘Io viandante’ in compagnia di sè
stesso, in un percorso della vita in cui si incontra di tutto, ma si cerca di
andare all’essenziale, per non perdersi in cose inutili. Ed io, lettore, colgo
l’occasione per respirarne l’afflato poetico.
Troviamo momenti di riflessione e di fiducia, nei versi sciolti,
scorrevoli, pacati, proprio di un’anima serena, che sa di gioia raggiunta, che
sa di primavera, nonostante gli avvenimenti nel mondo non ci diano molte
occasioni per rallegrarcene. Mi prendo la libertà di parafrasare il titolo,
facendolo derivare dai quattro grafici di Alice Pinto, rappresentanti la
Primavera, e dai venti componimenti poetici rappresentanti l’Anima.
La primavera va come la giovane età,
lascia una sofferenza, l’ignoto che sempre ci sovrasta ci fa da Madre; ma il
dolore ci fa comprendere il “rispetto della vita”, ci conduce all’armonia
che si percepisce della natura, del Creato. La poesia permette di vivere con la
fantasia sogni meravigliosi, permette con parole semplici di comunicare e
trasmettere dei sentimenti d’amore di cui siamo capaci. Pasquale Montalto ci
esorta ad amare per essere certi che la vita ci sorriderà. Disponiamoci
all’amore dunque, quello sincero totalizzante, senza nulla chiedere in cambio.
L’anima serena vede il sorriso di
Alberta simile alle felci “che possano colorare | il tuo cammino solitario.”;
si raccoglie nella figura del Papa Giovanni Paolo II fatta di dolore e amore, “umanità,
linguaggio di padre | che rinnova la chiesa;”. Fra tanto consumismo appare “Natale
controverso” e il Montalto invoca “invece il verso dell’amore”. Ci
esorta a superare la paura dell’inferno poiché sparirà, finché avremo il rito
del vino versato “nel calice dell’abbondanza”. Sentirsi cittadini
europei, quindi del mondo. Infine “Lo sport è sapere stringere la mano”.
La poesia, infine, ci soccorre,
perché rinasca il proprio io nella primigenia purezza; l’uomo nato poeta si
confonde con le cose genuine della natura, la sua stessa semplicità ne fa il
poeta, e come dal polline nasce un fiore, così dal seme dell’uomo nasce una
vita. L’incontro fatale con una donna è come l’impollinazione di un fiore:
lasciarsi andare al sentimento d’amore liberamente. Lo stesso amore conduce ad
un amore più vasto, quello per l’intero genere umano, nel segno della
fratellanza.
(2006)
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Recensione |
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