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I graffi della luna
Cara Roberta,
questo tuo nuovo libro di
poesia ha un titolo magico, tanto più che la parola luna si accompagna
spesso alle tue liriche, ed anche alla tua prosa. La magia ci viene incontro già
dall’immagine scelta per la copertina del libro, con un nudo appena accennato di
giovane donna che guarda verso la luna, in basso quasi accanto a lei. Sei una
poetessa lirica che si esprime magistralmente con visioni soffuse di
romanticismo, con parole talvolta ermetiche, talvolta surreali. In questo tuo
romanticismo la poesia nasce, in primo luogo, da alcune visioni cosmiche ed ecco
che la luna ed il cielo ne sono protagonisti e quindi anche lo zodiaco.Tuttavia
nella tua poesia ci sono anche altre chiavi di lettura. Da tutto questo si
sviluppa il fascino intenso delle tue liriche e così continua il percorso che
già hai scelto con i tuoi precedenti libri di poesia. Fra l’altro una tua
dichiarazione di femminismo prosegue anche in questo nuovo libro: certo questo
avviene sottotraccia mentre descrivi momenti nei quali il tuo orgoglio
“guerriero”, viene espresso con una certa consapevolezza. Nel frattempo si nota
nei tuoi versi anche un’idea ricorrente di seduzione, di amor profano, che si
esprime nella fisicità dei seni, che in queste tue liriche varia da “seni
promessi” ai “seni bianchi di carezza attesa”, per continuare poi “sopra seni
acerbi”, ed anche “su seni di luna” e con “i seni al vento”, e poi con “i seni
morbidi”.
Con altri versi accenni ad alcuni poeti e cantautori che ti sono stati
fonte d’ispirazione: Francesco De Gregori, Prévert, Fabrizio De André. Numerose
liriche fanno riferimento a varie città ed altre località italiane ed europee
che ti hanno accompagnata nella tua scrittura poetica, mentre in quei luoghi il
tuo essere ha vissuto giorni sereni e penso anche felici, da Pisa a Genova, a
Madonna di Campiglio, ma anche da Lisbona alla Norvegia, ed altre località fra
cui Parigi e Praga. Infine ritengo che la lirica più emblematica del tuo libro,
ed anche la più bella, sia quella di pag. 56 che include una descrizione
concisa, di appena due versi, dell’incanto di Piazza della Repubblica e delle
Giubbe Rosse a Firenze: penso proprio che quei due versi dovrebbero essere
incisi con il tuo nome su di una targa d’argento, da lasciare appesa alle pareti
di quel caffè mitico, accanto ai quadri più noti dei famosi pittori
contemporanei. A presto.
30 gennaio 2012
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Recensione |
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