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La stanza alta dell’attesa, tra mito e storia

La stanza alta dell’attesa
rivela le radici della poetica di Maria Luisa Daniele Toffanin. L’Autrice,
illustrando in pagine di prosa i motivi ispiratori di liriche, diverse delle
quali riprese da precedenti pubblicazioni, ci guida alla scoperta di quel
“sottosuolo emotivo” in parte pervenutole già per via genetica, ed arricchitosi
poi dagli anni dell’infanzia, a quelli del “limitar di gioventù” grazie al
contatto con elementi fascinosi del paesaggio veneto, coi giochi di un tempo,
con la scuola, coi primi spettacolini del genere didattico, con le attese, in
particolare della befana, e dei carri allegorici, ma anche con le amicizie e col
rapporto edificante con gli affetti di famiglia, dove emerge la figura del padre
che torna (siamo al terminar del secondo conflitto mondiale) da anni trascorsi
in un campo di concentramento.
Da così vario confluire di esperienze, talune direi quasi
fiabesche, ne deriva quel che ho detto “sottosuolo emotivo”, che di tanto in
tanto riversa, come un torrentello montano le sue limpide acque ai primi disgeli
primaverili, liriche, quasi tutte inni di gioia e di gratitudine alla vita.
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Recensione |
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