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Architectures Three-dimensional PoemsParto da un pensiero del grande Giò Ponti, che ha dettato l’evoluzione sana dell’architettura nel nostro tempo, quell’architettura-collegamento fra le necessità del quotidiano e l’esigenza d’innovazione. Dice: “Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte”. Come dire che solo l’arte contiene in sé lo spirito immortale dell’uomo.
La scelta di pubblicare con l’editore Gradiva di New York aggiunge un di più: porta a delle visioni oltre il cielo della nostra terra mediterranea e delle nostre città. C’è una rilettura violenta, un dialogo esclusivo e profondo con la nostra coscienza, ferita ancora scoperta per un attentato disumano, mai dimenticato. Ciò che sembra svettare diventa necessaria profondità, altra carne, altra pagina di storia, nuove luci, nuove ombre, grandi occhi per vedere, altro dolore, altro linguaggio. È la parola che apre la catena degli eventi e trasferisce il sogno in un tunnel nascosto da un cielo obliquo: Ancora pulsano degli edifici scomparsi nascosto La poeta usa una matrice visiva con tre versi, raggruppati a due a due per richiamare le tre dimensioni e distanziati fra loro dal bianco degli spazi. E usa la matrice del pensiero con tre schizzi, non come poetica dei frammenti, bensì come nella geometria dei frattali (a più dimensioni). Tutto è relazione con il contesto umano, spingendo a intuire la trama “oltre” lo schizzo. Poesia tridimensionale dunque sia per la matrice visiva, sia perché ci sono il luogo dell’evento – la ricerca dell’anima – il tempo e lo spazio oltraggiati. Esempio: Algoritmi ed euritmie/ampliano // i vuoti dell’anima/tra sfere di piombo // e proiettili di cristallo,/sotto un cielo scabro. Algoritmi ed euritmie, sfere di piombo e proiettili di cristallo (il luogo dell’evento) – i vuoti dell’anima (la ricerca nell’assenza) – sotto un cielo scabro (il tempo e lo spazio oltraggiati). In poesia, la tridimensione è un luogo del pensiero dove ci si misura con l’assenza e con l’anima vista come interiorità. Qui si fa fondere con il fuoco della scrittura i corpi solidi, le volumetrie ... per esaminare la vita nella sua forma fluida, profonda. E Brina- Claudia, in un tale fluire, si ritrova e si dona. Come l’Architettura parla di sé e dei suoi scopi, Brina Maurer - Claudia Manuela Turco architetta i versi in modo di far “parlare” le perfette immagini delle imperfette mete che l’uomo ha costruito. Un’esperienza del genere fu attuata dal poeta francese Eugène Guillevic (1907- 1997) in Euclidiennes, nel 1967. Proponendo quali titoli le geometrie del quadrato, del cerchio, del cilindro, della piramide, del cono, figure dai limiti obbligati dentro i quali ci dobbiamo muovere (vedi gli algoritmi e le euritmie della Turco), Guillevic “segna” che tutto ciò ormai vive in noi come “profondità sedute sulla superficie” (profondeur dans la surface). E non è possibile fuggire dai volumi, ... si va senza nulla apprendere (et pas de fuite dans aucun volume …tu vas sans rien apprendre). Si passa fra tanti cattivi sogni (dans tant de mauvais rêves) per cercare altrove, dove ci sono gli angoli aperti, che offrono possibilità interminabili, e i punti dai quali si può ripartire per nuovi spazi. Tentativo interessante, rimasto un unicum senza seguito, ma ancora oggi riportato come esempio nell’Antologia dei poeti francesi del XX secolo (345.ma edizione Poésie Gallimard). Anche in “Architetture/Poesie tridimensionali” – ci si trova in un desolato Edificio dai tanti volumi, che nulla insegnano. Volumi dell’età moderna, di cui la vita è prigioniera. La poeta ci conduce per mano fra i labirinti, con una forza espressiva esemplare, con ritmi dall’impianto sonoro fuori dal tradizionale. Cerca realtà promettenti, aperture. Il silenzio Tutte le poesie non hanno titolo, perché il titolo ne chiuderebbe il senso in poca aria. Gli spazi offrono il rilievo che nasce dalla sensibilità, dall’intenzione, dalla riflessione, dall’istinto, dall’indugio. Corrispondono al bisogno di ritrovarsi “oltre la parte offesa”. Fanno da contrappunto al tempo; anche da sfogo come calde lacrime trattenute in ragnatele inimitabili. Ma soprattutto gli spazi assomigliano all’esigenza, inimitabile, di rioccupare il silenzio. Dopo sotterranee fermate, conducono su rosseggianti Ma poi ritornano i fuochi delle ellissi, dove i fuochi sono le realtà che indicano la maggior distanza dal centro, cioè dal cuore.I fuochi proiettano dei profili iridescenti, cioè dei riflessi superficiali dai colori dell’iride (l’aura effimera! “La profondeur dans la surface” di Guillevic). Dove si proiettano? Sopra i muri pericolanti di periferia. Qui il pericolo è messo al margine, ma esiste in tutto il suo possibile danno. Così è la vita che, come una ellisse, ci proietta in ciò che è la sua costante: il pericolo. Però c’è il cuore, che anima con il sangue anche la periferia: Brucianti proiettano su pericolanti muri In Architetture/Poesie tridimensionali, soffrendo, Brina Maurer- Claudia Manuela Turco lancia il suo appello contro l’audacia di quegli architetti che, inserendo schegge di vetro e acciaio in edifici storici, hanno rotto con la storia. Con versi espressivi incalzanti, rivela la nostra complessità culturale, tanto povera di buone profezie. Se il mondo potrà avere ancora una storia, l’onorifica distinzione apparterrà allo spazio lasciato libero per la Natura, oggi sempre più relegata nei retroscena: Immarcescibili quinte arboree in naturali cornici ornamentali, zoccoli rocciosi La matrice solida dei versi ( z, r, c, m, n) rispecchia il dramma cupo della Natura ospite del cemento. Come per dire: se la Natura diventa invisibile, un domani gli uomini avranno un volto irriconoscibile, duro. L’uomo avrà perduto la sua identità. Un velo nero oscura Solo il dono di una rosa la corazza Il colore rosa ha un significato grandissimo. Non solo appartiene all’aura benefica dell’individuo, al suo profumo interiore, ma è la primavera umana. Nei petali c’è l’ingegno della Natura, c’è l’essenza della poesia. C’è l’essenza di Brina Maurer -Claudia Manuela Turco, che ce la dona fra le mani come un augurio meraviglioso per essere ancora felici. Oltre il velo nero del tempo. Nell’affermazione dei valori, la sua poesia sempre punta alla conquista dell’amore e della verità.
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