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Liceali. L’insegnante va a scuola

Francesca Luzzio, poetessa e critico letterario, nella sua opera Liceali – L’insegnante va a scuola, mette in atto tutta la sua esperienza sia di insegnante che di attenta studiosa dei problemi sociali. Il libro, suddiviso in due parti, racconti e poesie, ha un unico filo conduttore: la scuola vista nelle sue molteplici funzioni e in particolar modo nel rapporto alunni-professori, scuola-famiglia, scuola-società.

Ogni racconto svela una parte del mondo scolastico, quello meno conosciuto fatto di sacrifici, di ambizioni, di cultura ed anche di contraddizioni e sconfitte. L’opera è il risultato di una lunga meditazione culturale e attraverso la ricchezza di termini, di figure, di concetti e di riferimenti dà l’opportunità al lettore di porsi domande e di riflettere sia sugli aspetti negativi che positivi della realtà contemporanea. Evidente è l’affiorare di sentimenti, di emozioni, ma soprattutto la voglia di comunicare esperienze di vita, a ciò va aggiunto lo ‘status emotivo’ di una scrittrice che crede nella funzione della parola, intesa nella sua funzione-potere di correlazione tra azione e pensiero. Sono questi i dettami che guidano il lettore nei vari racconti, o meglio nelle testimonianze di vita racchiuse in Liceali – L’insegnante va a scuola.

Sono tanti gli argomenti trattati nel libro, molti dei quali mettono in evidenza i problemi che affliggono la società odierna e in modo particolare i giovani, che vanno alla ricerca di nuovi valori e intraprendono delle strade senza uscita dove vige solo il nichilismo di sé. Nella storicizzazione dei fatti, l’Autrice cura il linguaggio in base al protagonista, inserendo vocaboli tipici della comunicazione giovanile, come “buttarsela” cioè marinare la scuola, azione che coinvolge i due fidanzatini Alice e Giovanni. La ragazza si trova ad affrontare il pesante fardello di una gravidanza inaspettata, mentre il giovane rifiuta la propria responsabilità. Una storia che mette in evidenza soprattutto la debolezza psicologica dei due giovani nell’affrontare un problema più grande di loro. E tra l’altro non poteva mancare il classico innamoramento dello studente verso l’insegnante, come quello di Marco per la giovane prof.ssa Giulia Lo Cascio.

La piaga del bullismo, le responsabilità delle famiglie, la latitanza delle istituzioni, la droga, i divorzi, l’ambizione economica sono la mappa di una società che fa fatica a ripristinare gli equilibri dei valori. La storia di Mario, vittima dei compagni bulli, e del padre che ai professori non nasconde il suo dramma interiore, quando parla della sua solitudine dopo la separazione dalla moglie e l’impossibilità logistica di dedicare più tempo a suo figlio, va oltre la semplice narrazione perché l’Autrice evidenzia l’importanza del dialogo, quale elisir per alleviare la sofferenza interiore.

Cosa dire anche di alcune scelte punitive? Come le famose sospensioni scolastiche definite “impreviste vacanze…”?. A tal proposito entra in scena la lunga esperienza pedagogico-didattica della Luzzio, che non nasconde qualche perplessità su alcune scelte disciplinari. I racconti, che potremmo definire atti coraggiosi, smascherano gli elementi propedeutici di ogni azione, come lo stravolgimento psico-cognitivo di Marco che per il desiderio d’imitare o per curiosità entra nel terribile tunnel della droga e mentre la sua famiglia vive nell’angoscia più totale a causa della sua scomparsa, egli ormai sopraffatto ritorna a casa e si macchia del terribile misfatto dei propri genitori.

È importante evidenziare come i racconti attraverso i protagonisti accendono i riflettori sia sui più deboli, che sui coraggiosi che sanno dire no! Come Luigi che riconquista la propria libertà e con coraggio riemerge dal fango in cui era caduto e con fierezza ritorna ad essere uno studente orgoglioso di appartenere ad una famiglia umile e ricca di valori.

Difatti solo chi non rinnega la propria identità “potrà ammirare i colori e gioire in compagnia dei veri amici”. Ma sono veramente tanti gli argomenti affrontati dalla Luzzio, volendo ancora attenzionarne qualcuno: l’integrazione degli stranieri o le baby squillo, come Giulia che s’innamora del proprio corpo e lo mette in vendita, una sorta di ‘sindrome di Narciso’, in virtù del facile guadagno fino al totale annientamento di sé: “Né è più possibile il pirandelliano sdoppiamento dell’io, perché l’io ne rimane prima leso, poi ucciso nella sua essenza”.

In Liceali – L’insegnante va a scuola vi è soprattutto il desiderio di tracciare sotto l’aspetto umano il rapporto insegnanti- alunni, un rapporto che spesso trova impreparati i docenti, come la giovane supplente che non trova la risposta alla richiesta d’aiuto della ricca e bella Michela. La studentessa è vittima della vita ‘preconfezionata’ dai suoi genitori, ma la voglia di essere se stessa e buttare via la maschera imposta dalla famiglia è forte: “A volte mi sento come un gabbiano senz’ali un corpo che striscia e non sa stare in piedi. Questo, cara Professoressa, è l’inferno della mia esistenza”. In questa frase si concentra il messaggio che Francesca Luzzio vuole dare ai lettori, un segnale forte affinché molte barriere vengano abbattute attraverso la forza del dialogo, perché dove c’è dialettica c’è crescita, in quanto: “il linguaggio è la casa dell’essere”, secondo quanto afferma Martin Heidegger.

A completare il libro è la parte dedicata alle poesie e, seppur cambia lo stile, il tema è sempre la scuola. Versi che innalzano l’amore verso una professione vissuta come missione, accompagnata dall’amore verso quei giovani che le hanno consentito di condividere sogni e progetti. Un rapporto speciale affidato alla parola, mentre una dolce commozione traspare quando è il momento di congedarsi dal suo impegno lavorativo: La scala ascendente della vita / vi propone sempre allettanti viaggi nuovi (…) Vorrei tanto salirla con voi / darvi una mano, un po’ di cuore / alitare insieme tutta l’ebbrezza / del sapere. / Invece discendo ormai / e non senza rimpianto / per ciò che è stato / per ciò che non sarà / … mai, … più. La lirica è la manifestazione della dedizione e dell’amore che hanno accompagnato la Luzzio nel suo lavoro, ed è stato questo che ha dato vita al ‘rapporto speciale’ con i suoi studenti, basato sull’arricchimento interiore reciproco.

Recensione
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