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Prefazione a
Canti d'amore (1963-1995)
di Pietro Nigro
la
Scheda del
libro

Enza Conti
Cerco, cerco dintorno a me, / cerco pur una flebile
aspirazione d’amore. I due versi, che aprono la lirica Inno all’amore,
contengono in nuce l’impegno di Pietro Nigro, autore dalla lunga
esperienza letteraria e culturale. Difatti molti i volumi pubblicati e gli studi
realizzati, per i quali ha ricevuto apprezzamenti da parte di numerosi critici,
come si può leggere nelle pagine finali di questa raccolta. Si tratta di pagine
che consentono al lettore di conoscere in modo più approfondito l’uomo-poeta e
lo studioso.
In Canti d’amore (1963-1995) Nigro, partendo dalla
parola chiave amore, rivela le sue emozioni e il suo rapporto con i
sentimenti, una caratteristica essenziale che dà forza non solo al suo
messaggio, ma fa riflettere su come affidare ad un foglio i propri stati d’animo
e le proprie esperienze, atto che può divenire anche per gli altri un momento di
riflessione sull’essere che ha bisogno d’affetto, arcana scintilla che
accompagna le esperienze.
Dalle singole liriche appare chiaro che nessun sentimento è
più forte, vario e universale che l’amore, una universalità che ci rimanda
all’antica mitologia greca e romana, la quale immagina Eros come fanciullo
alato, armato e bendato, che fa nascere la passione. Amore è una parola
magica (si pensi a Elena e Paride dell’Iliade o a Giulietta e Romeo della
tragedia shakespeariana) che ha ispirato poeti, narratori e pensatori, rimanendo
sempre al centro della scena, cioè quella che consente di poter assicurare che
‘omnia vincit amor’ (Virgilio).
L’opera di Pietro Nigro è anche un interessante esempio
lessicale, in quanto, oltre al contenuto, il Poeta cura la terminologia e
trasforma le pagine in forza comunicante e catartica. Ed è in questo contesto
che i sentimenti diventano meditazioni, tanto che la lettura non lascia
indifferenti, ma invita a riflettere sull’io uomo e sul suo rapporto con l’altro
perché, come scrive Goethe, “due cuori innamorati sono come orologi magnetici;
ciò che si muove nell’uno fa muovere l’altro”.
In Canti d’amore c’è anche la forza del ricordo che
diviene sinonimo di passato, due forze che consentono di ripercorrere le
esperienze di un tempo senza perdere di vista il presente, senza staticità, ma
varcando l’essenza per poter ancora sentire il calore di una mano. E sono la
necessità dell’altro e la smaterializzazione delle inquietudini a rimandare
sempre alla parola chiave amore. Interessante nel linguaggio poetico è
l’utilizzo di metafore e simboli come in Il sogno della mia vita, dove
lemmi come colomba, uragano, pace, erba, fonti,
introducono alla vera necessità dell’anima a conquistare la pace attraverso
l’altro. Si tratta di immagini che mettono a confronto l’esistere e l’essere,
tanto che ogni parola, ogni simbolo, ogni metafora si fanno esplicazione del suo
legame con gli affetti.
Il ricordo per Pietro Nigro è anche quel mezzo che gli
consente di tornare indietro nel tempo e andare oltre i suoi confini per
rivivere la passione. In questo itinerario poetico le parole e le idee sono un
invito a destarsi per cogliere il vero significato dei sentimenti. Ed è ciò che
ci consente di affermare che la raccolta nasce da un’immagine realistica e si
proietta verso l’umana voglia di rompere i silenzi dell’animo, attraverso
l’esperienza personale che valica i confini dell’intimo per raggiungere la sfera
universale.
Ma allora qual
è il messaggio di Canti d’amore? A dare la risposta sono i versi della
lirica Con te soltanto, i quali ne sanciscono il vero contenuto che esula
dalla retorica e si sofferma sulla necessità di amare ed essere amato. Tale
necessità si esplica anche nelle due liriche: Tu sei la mia vita e Al
tuo viso, liriche che in un continuum di nessi ripercorrono la storia
dell’animo umano e fanno riflettere su come cambiano i contesti, le situazioni
storiche, i parametri stilistici, ma i sentimenti restano immutabili.
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Materiale |
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