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Ritorno a Vienna

Giovanni Tavčar con il suo romanzo Ritorno a Vienna fa sognare il lettore attraverso la straordinaria storia tra Francesco e Ingrid. L’Autore, con un accattivante stile narrativo, descrive le emozioni vissute dai due giovani turisti, il cui incontro avvenne per caso, entrambi legati dalla passione per la musica. I due innamorati visiteranno Vienna, ripercorrendo le vie dei grandi compositori, soffermandosi anche sulle bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche. Tavčar, esperto musicologo, inserisce nei dialoghi anche la ricchezza di una città che ha ospitato Schubert, Beethoven, Mozart e Strauss, per citarne alcuni, uomini che con le loro melodie haoo fatto sognare e continuano a far sognare generazioni, perché “Là dove si arresta il potere delle parole, comincia la musica”, come afferma Richard Wagner.

Nella favola vissuta da Francesco e Ingrid non viene mai persa di vista la realtà con riflessioni su problematiche che riguardano l’affermazione professionale, soprattutto per la giovane pianista. Un intrecciarsi di momenti spensierati e attimi di assoluta malinconia, con la natura che compartecipa alle emozioni. Il paesaggio muta in simbiosi con il loro stato d’animo, colori brillanti illuminano luoghi di assoluta bellezza e vedute mozzafiato avvolgono la loro allegria per poi cambiare tonalità quand9o la tristezza fa capolino sull’incertezza del loro futuro. Un lavorio interiore che si snoda in tutta la narrazione, facendo sentire il lettore partecipe dei loro sentimenti, in un immergersi in atmosfere irreali, dove la realtà si mescola con la fantasia. Il paesaggio, che scuote i personaggi dentro, appare unico e li carica di una strana impressione, la stessa provata alcuni anni prima sempre nello stesso luogo. Man mano che le pagine scorrono il lettore sempre più di sente catturato emotivamente da questa storia, sulla quale sembra che aleggi un quid misterioso, che fa temere qualche triste colpo di scena.

Giovanni Tavčar riesce a catturare il lettore e a renderlo protagonista anche in questi particolari momenti dai contorni nebulosi. Ma l’amore, sentimento che unisce i due giovani, illumina ogni loro turbamento. Nelle sequenze descrittive vi è una potenza espressiva che dà voce anche ai silenzi, perché nell’oscillare tra momenti di assoluto brio e di turbamento, c’è sempre una folata di ottimismo che invade i cuori dei protagonisti dai quali sboccia la speranza che quella storia potrà avere ancora un futuro.

In Ritorno a Vienna sono tanti gli elementi che rendono la narrazione coinvolgente, tra cui la descrizione di alcuni personaggi come le amiche di Ingrid o il cocchiere, amante della libertà, coraggioso e pieno di volontà, innamorato della musica. Contestualmente il lettore visita assieme ai protagonisti l’abbazia di Melk, dove Francesco viene condotto alla riflessione, soprattutto quando i suoi occhi si posano sui numerosi volumi custoditi nella biblioteca, e Ingrid viene assalita da uno sgradevole turbamento con un senso di sdoppiamento. Luogo dal fascino pittoresco come il monastero di Göttweig, un sito che coinvolgerà ancora una volta emotivamente i due.

Nei dialoghi e confidenze tra Francesco a Ingrid emergono anche temi di natura psicologica, tra i quali la crisi d’identità della giovane. Ma cosa ne sarà di questa dolce storia vissuta per una settimana da due giovani? Sarà il lettore a scoprirla, il quale fino all’ultima pagina non potrà esimersi dall’essere coinvolto da un’intensa suspense, mentre immagina una favola vissuta nella città della Musica, in quanto come afferma Hèlène Grimaud “Amore e musica sono tutto, tranne il “non essere”.

Recensione
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