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Suites da piccola musica notturna (raccolta di racconti, saggi, fiabe e poesie, ed. Carta e Penna), di Elisa Sala si può definire uno scrigno, al cui intimo vi è custodita tutta la passione per il 'Sapere'. L'Autrice crede nella funzione della comunicazione culturale, vista nella sua complessa dialettica, quindi il suo rapporto interiore con lo scibile la conduce giorno dopo giorno alla ricerca di nuove avventure culturali. Il volume, che raggruppa poesie e prosa, si presenta come un vero e proprio cammino spirituale che ha bisogno di aprire il proprio animo e far sentire la voce dei sentimenti con la poesia e quella della fantasia con il racconto.

A tal proposito la poetessa nell'introduzione scrive: «Questa raccolta non vuoi essere come un libro molto in uso negli anni sessanta: II breviario dei laici; grandi autori e scritti indimenticabili. Ho voluto mettere insieme pochi racconti, brevi saggi e fiabe che mi sono più vicini al cuore». Ed è il cuore che guida la penna della Sala, una visione direi tolstoiesca, cioè quella piccola parte in cui "risiede il principio e la fine d'ogni cosa", ed è questo rapporto con il proprio interiore che diventa il filo conduttore di ogni verso e di ogni pagina. Il volume si legge tutto d'un fiato trasformandosi in un piacevole compagno d'avventura. Quindi cosa dire delle poesie raccolte nel volume? Ebbene, si tratta di versi che, utilizzando un lessico semplice e pieno di significato, risultano essere il punto cardine di un itinerario che mira a recuperare i valori dell'esistenza. Tale percorso è ben evidente nella lirica Isola, simbolo della lotta dualistica tra spirito e materia. In questa l'utilizzo di vocaboli, come la lanterna, l'ultimo raggio, la sirena (che fischia lontana), il cane (che guaisce) e il silenzio, diventano il dettato di chi vuole rompere il mutismo interiore, che attanaglia l'uomo, mentre attende un nuovo raggio. Seppur, con un leggero tono malinconico, l'Autrice ci spinge a riflettere sui ricordi che sono l'opposto del nulla, in quanto: «nel silenzio che va ad incontrare | la notte e nel tepore di ricordi lontani, | lentamente scivola nel nulla». Con ciò non possiamo dire che Elisa Sala è un'autrice pessimista, in quanto il suo sguardo cerca sempre la lanterna che fa luce alla speranza, in quanto «torna la memoria | che sa d'antiche primavere | e sale un sospiro lieve, | che allarga il cuore, |e mi fa sorridere di piacere». In questi versi c'è l'Elisa Sala poetessa, che con coraggio cerca di far sentire la propria voce attraverso un'interlocuzione personale, un realismo ritagliato con estrema bellezza poetica, che non appesantisce il linguaggio, anzi in un 'continuum' ideale, dipinto con occhi e il cuore da poeta, riecheggia dinnanzi alla vastità dell'Universo.

Alla Sala poetessa, su un piano parallelo, cammina anche la Sala narratrice. Dentro questa dimensione l'Autrice ha costruito il suo tracciato esistenziale, dando ascolto alle diverse chiamate e riuscendo ad armonizzare le due forme d'espressioni, dove in entrambe c'è la sua umanità e il suo essere donna, peculiare aspetto che si svela nei protagonisti dei suoi racconti come in Selvaggia, Stefano e Angelo. L'autrice senza trascurare l'aspetto psicologico dei suoi personaggi, fa emergere anche il contesto storico in cui si svolgono le vicende, una narrazione incisiva, che lascia tanto spazio alla mente da sentirsi protagonisti delle vicende. Si tratta di storie antropologiche, storie dolenti, storie vere di quella società che ci appartiene e che ci riserva delle sorprese. Sia nelle poesie che nei racconti della Sala c'è un'autentica profondità che mette in discussione i confini tra l'Io pensante e l'Io razionale, nei dialoghi c'è dinamismo, c'è la forza del pensiero che si sprigiona e coinvolge i lettori, in questa dimensione l'Autrice si muove in modo impercettibilmente. Suites da piccola musica notturna è quindi il risultato della ricca creatività culturale di Elisa Sala, che ha saputo riflette in modo profondo sulle relazioni tra le persone, la natura e i sentimenti.

Recensione
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