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Patrizia Tofani, poetessa, originaria di Genova, ma residente a Lastra a Signa
(Firenze), ha raccolto nella silloge Le mie perle. Pagine dell’anima un
centinaio di testi ispirati al suo vissuto e, in particolare, ha cercato di
dare voce alle emozioni che le persone amate hanno saputo donarle. La poetessa
ha dedicato, infatti, il libro ai suoi due figli, ma anche a tutte le persone
che “nella vita danno e hanno dato una parte di sé agli altri”.
La lirica d’apertura, intitolata “Le scarpe”, suggerisce al lettore che si sta
per intraprendere un viaggio, fatto non tanto di luoghi, quanto di sentimenti,
come dimostra una delle ultime liriche del libro, intitolata “Senza tempo”, in
cui l’autrice fa quella che si può considerare una dichiarazione di poetica,
scrivendo: “Ascolterò i sentimenti di ogni stagione”.
I sentimenti che prevalgono in questo libro sono la speranza, la nostalgia, la
felicità e i due sentimenti opposti di “illusione | disillusione” che spesso
l’autrice condensa nello stesso testo, come se volesse ricordare al lettore, ma
anche a se stessa, che la vita è fatta di frequenti contrasti e di brevi “attimi
di felicità”.
Il ritmo delle poesie asseconda l’incalzare e il susseguirsi delle emozioni, con
un’alternanza di testi composti da versi brevi (quinari) e di testi composti da
versi lunghi (endecasillabi).
In alcune liriche si scivola verso il ritmo del parlato, con l’inserimento di
preposizioni interrogative, in cui l’autrice sembra voler coinvolgere
direttamente il lettore, come se fosse un interlocutore, vivo e reale, pronto a
rimettersi in discussione e a rispondere alle sue domande sul senso
dell’esistenza.
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Recensione |
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