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Lo
scrittore romano Maurizio Basili, alla sua prima raccolta poetica, ma con
alle spalle già alcune pubblicazioni nell’ambito della saggistica, si
presenta ai lettori con una silloge, intitolata Le occasioni v'hanno create.
Nella
prefazione Osvaldo Avallone (direttore della Biblioteca nazionale centrale
di Roma) sottolinea il carattere autobiografico di questo lavoro che non
resta, però, fine a se stesso, perché: “già nel titolo della sua antologia
poetica Maurizio Basili realizza un gioco di parole che sottende il
rapporto, spesso ambiguo, tra il fluire dell’esistenza e la vita
dell’individuo. Le occasioni escono dalla loro dimensione contingente per
acquistare una valenza fatalistica… centro della poesia di Basili è,
infatti, la singolarità del poeta come essere, che vive, e spesso subisce,
il flusso dei suoi stessi desideri, delle sue ansie, delle sue paure e
talvolta delle sue speranze.”
Si
tratta, dunque, di un racconto autobiografico, doloroso e ironico nello
stesso tempo, come mostrano, per esempio, i seguenti versi: “Il tuo sorriso
e i tuoi occhi più blu del mare | Mi hanno fatto innamorare | In un attimo |
Senza preavviso | E dopo tanto dolore | Parole in confusione | Finalmente è
amore (…) / Stavolta non scappo / No, vota mia, non scappo.”
Come
nota ancora Avallone nella sua attenta e precisa introduzione i versi di
Basili possiedono reminescenze leopardiane e pascoliane, ma nel complesso il
suo è uno stile chiaro e diretto molto “narrativo”, nonostante l’uso
frequente della rima baciata che dà un ritmo rapido e incalzante a molti
testi di questa raccolta.
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Recensione |
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