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Rami di parole di Salvatore Malizia, poeta e medico romano, è una piccola plaquette, composta soltanto da una ventina di brevi poesie. Sono poesie, avvolte in un’atmosfera sospesa e malinconica, che affrontano, di volta in volta, i temi della memoria, della malattia, della natura e della nostalgia.

Come spiega al lettore Pierluigi Scapicchio, nella presentazione del volume, questi testi sono stati dedicati dall’autore ad un altro medico romano, Luisa Bartorelli, ed hanno, quindi, una forte connotazione autobiografica. Il testo, che apre la raccolta e che si intitola “Valutazione geriatrica”, fa, per esempio, riferimento all’ambito di lavoro della Bartorelli.

Salvatore Malizia riesce, tuttavia, in poesie, come “Nebbie d’autunno” e “Ombre dell’anima”, a trasfigurare e a trasformare il semplice dato biografico in qualcosa di più profondo ed evocativo, scrivendo: “Come le prime nebbie d’autunno | increduli sostiamo ogni anno | sul davanzale delle case dei morti | straziati da schegge di dolore | per buona salute incistate | in tasche di memoria zeppe d’oppio.” Ed ancora aggiunge nella seconda poesia: “Nuvole oscurano il sole | come ombre dell’anima | al tramonto.”

I componimenti della raccolta sono tutti abbastanza brevi (in media sono formati, infatti, da sequenze di sei-dieci versi) ed in alcuni casi l’autore sceglie addirittura la forma dell’haiku, costruendo testi formati da tre versi soltanto.

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