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Affinità poetiche (Questo verso l'ho già letto)
Affinità poetiche (Questo verso l'ho già letto) è l’ultimo libro
pubblicato da Franca Olivo Fusco, nel quale propone (come lei stessa ci informa
nella sua Nota) una selezione di cinquantacinque «poeti italiani
dell’Ottocento e del Novecento che hanno “preso a prestito” […] uno o più versi
di altri autori, italiani e stranieri, loro contemporanei ma anche nati in
epoche precedenti. A loro volta, molti di questi poeti “debitori” hanno
prestato, senza che lo sapessero, i propri versi.».
Il saggio è frutto di una lunga e accurata ricerca da parte della
poetessa e saggista triestina e risulta interessante e stimolante. È inoltre di
facile consultazione in quanto i nomi degli autori trattati sono in ordine
alfabetico ed è presente un indice di quelli citati. La sua lettura si rivela
piacevole, mai noiosa.
Per ciascun autore analizzato la Olivo Fusco fornisce prima una
sintetica ed esaustiva nota bio-bibliografica poi rivela le “affinità poetiche”
riscontrate con altri poeti o scrittori. Federico Almansi, “debitore” nei
confronti del più conosciuto Umberto Saba (che a sua volta ha subito l’influsso
dell’amico), è il primo di cui parla, mentre Andrea Zanzotto, affascinato dai
versi di Dante, D’Annunzio, Petrarca, Leopardi ed Eliot, è invece l’ultimo. Tanti
sono i nomi noti presenti nel libro, ne citiamo alcuni: Dino Campana, Giorgio
Caproni, Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Guido Gozzano,
Mario Luzi, Eugenio Montale, Aldo Palazzeschi, Giovanni Pascoli, Pier Paolo
Pasolini, Alessandro Quasimodo, Amelia Rosselli, Maria Luisa Spaziani, ecc. Non
mancano però nemmeno quelli meno conosciuti –
Maria Pascoli (sorella minore di Giovanni), Isa Miranda (attrice), ecc. – oppure
più famosi come narratori (Dario Bellezza, Lalla Romano), compositori (Arrigo
Boito), pittori (Filippo De Pisis). E non mancano nomi di poeti
contemporanei, come Gabriella Sica, Paolo Ruffilli, Patrizia Cavalli, ecc.
La scrittrice fa notare che pochi poeti hanno ammesso di aver preso “in
prestito” dei versi (un’eccezione è rappresentata da Attilio Bertolucci che ha
dichiarato di averne riportato due di Baudelaire in una sua composizione), la
maggior parte di essi li ha semplicemente virgolettati o scritti in corsivo
senza rivelarne la fonte, sia che si tratti «di una citazione letterale, di
un’eco, di un calco, di una reminiscenza, di un adattamento.».
Svariate poesie i cui versi sono diventati oggetto “di prestito” fanno
parte del bagaglio culturale di molte persone, in quanto sono state studiate o
memorizzate a scuola. Ed è interessante scoprire, proprio grazie alle ricerche
della Olivo Fusco, che La Divina Commedia di Dante è l’opera dalla quale
sono stati presi più “prestiti”. Questo dimostra che, nel corso del tempo, il
fascino esercitato da quest’opera su chi scrive è rimasto sempre vivo.
Il saggio di Franca Olivo Fusco
è adatto all’utilizzo nelle scuole, perché è un
valido e vivace strumento per stimolare gli studenti ad approfondire la
conoscenza degli autori in esso trattati, dando loro la possibilità di
compararne le opere (ad es. quelle di Dario Bellezza e di Pasolini; quelle di
Salvatore Quasimodo e di Parini o Dante) sia sul piano stilistico-tematico sia
sul piano delle analogie tra parole e contenuti.
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Recensione |
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