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Di delitti impuniti e di amori infiniti
I versi della raccolta di Ignazio Ippolito, “Di delitti impuniti e
di amori infiniti”, – accompagnati dalle illustrazioni del pittore Bruno
Tosi, autore anche dell’immagine della tavola riprodotta in copertina –,
raccontano di un viaggio poetico che ha inizio alla Stazione Centrale della sua
città d’adozione, Milano, dove prende un treno che lo riporterà fino al paese
natale, Conversano, in Puglia, terra “dolce e aspra” «dei tanti cantar i|
recondite storie | che le madri raccontano ai figli» (p. 21).
In alcune poesie della prima delle due sezioni in cui si divide la
silloge, Delitti impuniti, il poeta canta storie di tempi lontani,
raccontategli «dalla voce di mamma maria» (p. 37), che narrano «della terra
rossa | colorata dal sangue | di povere donne assetate | […]| dello schioppo del
guercio di puglia | delle vergini urlanti terrore e piacere | di prime notti
violate» (p. 22) e della sua gente «di lunga memoria», «pudica | sottomessa a
conti preti | e badesse mitrate» (p. 21). Sono storie di prevaricazioni e di
violenza, le quali, secondo il cantastorie e come ci ricorda la stessa Storia,
evidenziano che da quando il «mondo è mondo | c’è sempre un potere che più è
potere» (p. 30). Negli altri testi invece ricorda la terribile strage delle
Foibe, esprime il senso di sconfitta e disinganno della sua generazione e di
quelle successive, racconta del particolare rapporto con la città che l’ha
accolto, del suo essere un emigrato e dei sentimenti degli emigrati, dei
profumi, colori e sapori della terra nativa e del suo desiderio di un mondo
migliore.
Nelle poesie della seconda sezione, Amori infiniti, i contenuti
sono più eterogenei, ad esempio, in Requiem, l’autore parla del triste
destino della Concordia dopo il drammatico naufragio con morti e feriti; in
Messaggio su Facebook, «dell’illusorio colloquiare» attraverso i social
network; in Galleria dei ritratti riporta invece discussioni sullo sport
e alcuni sproloqui sulla politica fatti insieme agli amici al bar; ecc.
Ignazio Ippolito, anche se narra storie d’amore e di morte di
personaggi conterranei vissuti qualche secolo fa, non guarda soltanto al
passato, ma osserva e riflette su eventi e problemi sociali attuali. E,
nonostante sia consapevole che è molto difficile costruire un mondo migliore,
non può non sperare in un futuro in cui per tutti gli uomini ci sia più
felicità, libertà e giustizia.
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Recensione |
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