| |
Diario di chi?
La tranquilla esistenza di Adamo Argillo, giovane protagonista del
romanzo Diario di chi? di Emilio Diedo, scrittore, poeta e critico
letterario ferrarese, viene sconvolta dalle rivelazioni contenute nella lettera
allegata al testamento del professore Attilio Dandolo. Leggendola, infatti, il
giovane – impiegato in una misteriosa struttura abilitata alla ricerca
scientifica in più settori – scopre l’identità dei genitori e l’incredibile
storia legata alla sua nascita.
Le sorprendenti scoperte scatenano tempeste emotive nel suo animo e
favoriscono l’affacciarsi prepotente nella sua mente di tormentate domande sulla
propria natura. Si chiede infatti:
«che cosa sono, che tipo
di creatura sono? Sono o non sono, prima di tutto, un uomo? E se non sono uomo,
che altro potrei essere? Forse un animale? O neanche quello? Cosa allora, un
ibrido, una chimera? O cos’altro ancora?» (p. 107). Nasce in lui anche l’atroce
dubbio che Odette, l’amata fidanzata, possa essere sua sorella. Ma è la stessa
ragazza, venuta a conoscenza dei pensieri che lo angustiano, ad aiutarlo a
cercare la verità sulle proprie origini.
Ed è sempre con
una domanda (tra le più celebri della letteratura di sempre), quella postasi dal
principe Amleto nell’omonima tragedia di William Shakespeare, che la storia
raccontata nel libro inizia e si conclude. L’incipit e l’explicit del
romanzo sono dunque
speculari e la sua struttura si presenta circolare, con l'interrogativo
esistenziale di Amleto che funge anche da filo conduttore della
narrazione.
Per Adamo
Argillo, nonostante sia un giovane uomo che nutre una profonda fede e vive in
una società tecnologicamente e scientificamente progredita, quella del XXII
secolo, è molto difficile dare risposte certe ai propri quesiti. Ci prova, però,
scrivendo questo diario-romanzo
nel quale non si
limita a raccontare la
storia della propria vita
e quella del suo amore per Odette. La sua vicenda biografica, infatti, si
proietta in una città italiana del futuro – Ferrara – e svela i cambiamenti, le
nuove scoperte e i tanti progressi, verificatisi in vari ambiti negli oltre
cent’anni a venire.
Il mondo, in
quest’arco di tempo, sotto molti aspetti, si è trasformato: è più globalizzato,
i congegni informatici si sono evoluti in modo incredibile, i voli aerospaziali
sono aumentati, diversi animali hanno imparato a parlare e dialogano con gli
umani (che sconcertati si chiedono se sia ancora giusto ridurli in schiavitù e
mangiarli), ecc. Sotto altri, invece, alcune cose sono rimaste le stesse: dubbi
etici assillano le coscienze su questioni delicate come la clonazione dell’uomo,
l’eutanasia, ecc.; pregiudizi – razziali, religiosi, politici, ecc. – sono
ancora vivi e le guerre non si sono estinte, ecc. Sono, però, soprattutto i
sentimenti e i desideri degli uomini a essere rimasti immutati. E Adamo Argillo,
come ogni uomo, ama e desidera essere riamato, infatti, considera l’amore un
sentimento speciale e universale che ha «un’unica fonte sorgiva: il bene che
solamente la Divina onnipotenza può e vuole elargire all’umanità e ad ogni altra
creatura di quest’immane, cosmico eden che è il creato» (p. 172).
Emilio Diedo attraverso le parole del personaggio comunica al lettore
la propria visione dell’esistenza e dell’universo, la sua fede nel divino e
nell’uomo, il suo amore per la vita. Grazie al suo estro creativo, nel romanzo,
fantasia e realtà si fondono, mentre la propria capacità di osservare il mondo
gli permette non solo di trattare spinose e delicate problematiche attuali e di
incastrarle nell’immaginario scenario futuristico descritto, ma anche di tentare
di dare delle risposte-soluzioni.
In questo metaromanzo, in cui tra l’altro si parla di scrittura e
generi letterari, il linguaggio usato dallo scrittore è ricco di originali e
sorprendenti neologismi. Sono termini che suggeriscono con immediatezza il loro
legame con la realtà di oggi, ma che allo stesso tempo propongono un’immagine
concreta di possibili cose e oggetti futuri, inserendosi in maniera perfetta nel
contesto della narrazione. Lo stile è raffinato e pacato e permette al lettore
di entrare in sintonia con il personaggio e il suo sentire.
| |
 |
Recensione |
|