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Entelechia
I versi limpidi e armoniosi
di Entelechia, corposa raccolta di Gianfranco Jacobellis,
pubblicata nel 2015 dalla casa editrice Biblioteca dei Leoni,
offrono al lettore la possibilità di entrare subito in sintonia con i sentimenti
e i pensieri del poeta. Il titolo, invece, può incuriosirlo e stimolarlo a
ricercarne il significato. Paolo Ruffilli, nell’incipit della sua attenta
nota critica, ne fornisce la giusta interpretazione:
«“Entelechia” è, nella formulazione aristotelica, lo stato di perfezione
raggiunto da un ente che abbia attuato pienamente il suo essere in potenza.»
Nelle brevi composizioni, che spesso assumono la forma e l’intensità
concettuale dell’aforisma, il solitario percorso poetico di Jacobellis è segnato
da fulminanti riflessioni filosofiche, da sintetici pensieri sul misterioso
significato dell’esistenza e da opinioni sulla natura umana scaturite dalla sua
personale esperienza di vita: «Star dentro alla vita | è guardare lontano | non da
lontano» (p. 46); «Sfuggita al tempo | la vecchia giovinezza | a volte si
ridesta | illude | e poi non resta» (p. 91).
Il poeta con sguardo indagatore osserva gli elementi naturali e gli
eventi atmosferici e ne trae ispirazione per elaborare incisive similitudini
nelle quali esprimere la propria visione della realtà e il proprio modo di
percepire il divino: “Ha rumore di passi sulla
neve | la solitudine con la vita lieve | senza timore s’avvicina al buio | come
allo spazio più simile a Dio” (p. 54); «Un fulmine notturno | disegna nel
cielo | la velocità del tempo | dall’abbaglio di luce | al ritorno del
buio | c’è la
storia di tutti» (p. 104).
Spesso però i contorni della realtà nei
versi di Entelechia diventano indefiniti assumendo le sfumature e la
visionarietà del sogno. Termini antitetici, come ombra e luce, morte e vita,
visibile e invisibile, vi si avvicendano conferendo significati profondi e
allegorici ai diversi contenuti in essi espressi:
«La luce, appena dietro, | cede all’ombra
il suo spettro | l’ombra della notte | l’ombra delle grotte | l’ombra della
morte |
quando è ombra piena | la vita sembra in pena» (p. 19).
Il senso del trascorrere del tempo è
molto vivo nel poeta. Spesso ricava insegnamenti dai ricordi del passato per
guardare con occhi più saggi il futuro, consapevole però che soltanto dopo
questo viaggio terreno, limitato al tempo che «accompagna la vita» di ogni
individuo «da una sponda all’altra», l’anima può volare oltre il nulla, oltre la
materia, verso il mistero infinito.
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Recensione |
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