| |
“Questa raccolta di poesie è il ritorno a Firenze, la
mia città, per incontrarla ancora una volta nella sua bellezza, nelle
contraddizioni di oggi, nelle speranze per il domani. É anche, naturalmente,
l’incontro con me stesso, il rapporto con la storia vissuta nella città”, così
Roberto Mosi introduce alla sua nuova pubblicazione – inserita nella collana di
prosa e poesia Gazebo – non a caso intitolata Florentia.
Nella prima sezione, omonima al titolo, il poeta
insieme a Marta (bambina curiosa e giocosa) ed ai frequentatori, abituali o
occasionali, di piazze, strade e luoghi della città diventano protagonisti di un
vivere quotidiano che si pone in simbiosi con essi (L’Annunziata, L’orchestra
volante…). Nella seconda, Oltre Florentia, i confini di Firenze si
dilatano attraverso il filtro della memoria e l’autore parla di posti lontani, a
volte mai visti, ma conosciuti attraverso i racconti di altre persone (Il
rifugio di Fonte Santa, Le colline di un altro mondo).
Il suo dire, inoltre, comunica impressioni, esprime
sentimenti; parla di sé e della sua Firenze cercando di decifrare la variegata
realtà che lo circonda. Le caratteristiche architettoniche e le bellezze dei
luoghi, a causa della fretta caratteristica del vivere contemporaneo, rischiano
di passare inosservate, di diventare orpelli di anonimi non-luoghi. Il suo
sguardo cerca di mettere a fuoco anche le persone che li affollano e di
soffermarsi su coloro che sopravvivono in condizioni disagevoli e misere (La
Stazione, Sui marciapiedi di Firenze…). La poesia di Mosi, quindi, non si
sofferma solo su contenuti soggettivi ma anche civili e sociali.
Con versi ritmati da una personalissima armonia e non esenti di ricerca di
rigore e sintesi, le poesie di Florentia acquistano densità di senso e
leggerezza espressiva.
| |
 |
Recensione |
|