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I tre nomi della vita
Come si evince dal
titolo, il tema predominante dell’ultima silloge di Franca Olivo Fusco,
I tre nomi della vita, è quello della vita, appena però si leggono le
prime poesie si capisce, che esso è affiancato da quelli della morte e
dell’amore, con i quali è indissolubilmente legato.
L’Autrice oltre a
cogliere gli aspetti più svariati e significativi dell’esistenza e a farne
poesia, riesce anche, con toni pacati e mai urlati, a sottolineare che, pur
nella loro diversità, la vita, la morte e l’amore sono tappe essenziali del
breve cammino umano, il quale inizia nel momento in cui l’uomo nasce alla vita,
acquista valore quando conosce, dona e riceve l’amore e termina quando giunge
la morte. E vede questo cammino, nonostante non sia privo di difficoltà o
sofferenza, come un dono prezioso al quale è legata «come l’avaro | al denaro»
(Voglio vivere).
Mentre vive i giorni a
lei concessi dalla vita, non si limita ad assaporare le proprie emozioni o ad
amare le persone che le sono più care (il marito, i figli, i genitori), ma si
guarda intorno e denuncia con amarezza alcune ingiustizie e tragedie del nostro
tempo (Nati altrove, qui muoiono; Immagina grottesca; Una vita grama; ecc. ).
Ritiene tra l’altro che «La vita è musica», «La morte è silenzio» (Fine del
concerto), «L’amore è un soffio in più | al respiro della vita» (Mio
intimo fiato).
Franca Olivo Fusco
servendosi delle parole dà voce alle sue profonde riflessioni sull’esistenza,
alle proprie esigenze e tensioni interiori, come quelle di dare e avere amore e
speranza, nel segno di una continua ricerca del sé e degli altri.
Una delicata carica
emotiva serpeggia nei versi, dal metro breve, dal linguaggio piano e dalle
inflessioni colloquiali. Le poesie, che formano la raccolta, si susseguono senza
pause, cioè non delimitate da sezioni, spesso, però in calce sono accompagnate
da citazioni tratte da scritti di altri scrittori o poeti, che ne arricchiscono
i concetti e il messaggio poetico.
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Recensione |
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