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La casa del gelsomino
La storia di Sara, protagonista principale del libro La casa del
gelsomino di Franca Grasso, si intreccia con quelle dei suoi familiari e
delle persone con le quali ha condiviso momenti importanti della propria
esistenza. E, come giustamente ci fa notare Fabio Rizzoli nell’Introduzione,
è una storia che diventa «una vera e propria epopea familiare di ampio respiro».
Il libro si apre con il racconto di un avvenimento doloroso e
drammatico che improvvisamente sconvolge la vita della protagonista e dei suoi
congiunti. Il lettore è subito coinvolto emotivamente ed entra in sintonia con i
sentimenti, il temperamento e la psicologia di Sara. E pagina dopo pagina, non
solo condivide le sue aspirazioni, i suoi stati d’animo e timori, ma anche
quelli delle persone a lei care e dei suoi antenati, descritti dall’autrice sia
fisicamente sia caratterialmente.
Le vicende sono ambientate in diverse regioni italiane (Sicilia,
Piemonte, Liguria) e abbracciano un ampio arco di tempo: più di un secolo.
Eventi storici, accadimenti misteriosi e inspiegabili, costumi e tradizioni
sociali, modi di concepire la vita e i rapporti tra donne e uomini, fanno da
sfondo alle tante avventure umane narrate, costellate da nascite e morti, amori
e tradimenti, gioie e dolori, sconfitte e successi.
Ne La casa del gelsomino il destino gioca un ruolo rilevante
nelle esistenze dei protagonisti e si diverte a scombussolarle, a cambiare
inaspettatamente situazioni, a mandare all’aria progetti, a lasciare negli
animi, in special modo in quello di Sara, interrogativi su ciò che poteva essere
e invece non è stato. Un profondo sentire cristiano pervade l’anima di alcuni
personaggi, influenzandone il modo di comportarsi e di rapportarsi con gli
altri.
Franca Grasso, con una narrazione scorrevole, rievoca tempi passati e
più recenti, inserendo nel racconto echi autobiografi e una forte tensione
emotiva.
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Recensione |
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