| |
Metafisica del tempo e dell'amore
Pietro Nigro in Metafisica del tempo e dell’amore propone un’attenta selezione di poesie – tratte da
raccolte pubblicate tra il 1982 e il 2017 – che danno al lettore la possibilità
di ripercorrere il suo viaggio poetico e scoprire i temi principali che permeano
la sua scrittura.
Già dal nome della collana in cui è stato inserito il libro, Poesia
Elegiaca dei Maestri Italiani dal ’900 ad oggi, si intuisce che la poesia
del Nigro, per i suoi contenuti, è elegiaca. Guido Miano, nella Premessa,
informa anche che gli autori inseritivi sono scelti con cura e «vengono
raffrontati per affinità estetiche o filologiche, e/o anche per omologie
contenutistiche in volumi singoli con scrittori celebri presenti nella Storia
della Letteratura Italiana dal Novecento in poi». È Enzo Concardi, nella
Prefazione, a svolgere questo compito non facile, analizzando prima i
contenuti, lo stile e le analogie, della sua scrittura poetica e poi a
raffrontarli con quelli di altri poeti (Giacomo Leopardi, Alfonso Gatto,
Jaroslav Vrchlický, ecc.).
Il tema che predomina sin dai testi d’apertura di questa raccolta
antologica è quello del senso del tempo e del suo inesorabile scorrere. Il
poeta spesso, infatti, ripensa al passato e al suo vissuto. Canta i giorni della
propria gioventù, quando «la rosa non appassita / tingeva di rosso entusiasmo / i
sensi e la mente», trasformandone i ricordi non in fonte di dolorosa nostalgia,
ma in sorgente di bellezza affinché essi contribuiscano «a formare l’insondabile
ala / che solleva verso mete / dove dimora il sogno» (pag. 19) che sconfina
nell’infinito in cui si «eternerà la mente» (pag. 67). Un’atmosfera onirica, in
diverse composizioni, avvolge anche i ricordi dell’esperienza dell’amore
condivisa con la donna amata. Proprio all’amata, che con un suo sorriso fa
volare in alto la propria anima, confessa: «Sempre sognai che la mia vita /
diventasse un sogno / e con te sogno diventò la realtà» (pag. 25).
Immagini di incantevoli paesaggi naturali della terra nativa – come
quelle «dei bianchi mandorli di gennaio / che serpeggiano da Noto in due filari /
verso la piana di Avola» (pag. 48) – e di momenti emozionanti vissuti nei
quartieri parigini affollano i versi del poeta siciliano nei testi tratti da
raccolte meno recenti, conferendogli un’impronta lirica velata però di sottile
malinconia.
Metafisica del tempo e dell’amore è una raccolta
antologica che mette in luce come il percorso poetico di Pietro Nigro non abbia
subito grandi stravolgimenti nel corso degli anni, ma una lenta evoluzione
tematica e di stile.
Nei testi tratti dalle pubblicazioni degli anni ’80 e ’90 è, infatti,
più marcata la presenza di temi come la nostalgia per l’isola da cui è emigrato,
per le persone a lui care, per la spensierata esuberanza giovanile, mentre in
quelli delle sillogi più recenti i temi che affiorano con maggiore forza sono il
sentimento del tempo, l’aspirazione ad allontanarsi dalla materialità per
avvicinarsi spiritualmente all’idea dell’eterno, la consapevolezza
dell’importanza dell’amore nella vita di ogni essere umano… Nella poesia Gli
abissi dell’infinito (Canti d’amore, 2011) esprime proprio la sua concezione
dell’amore con queste parole: «Amore soltanto è fine vita / negatore d’ogni
inutile parvenza / nemico d’ogni vana speranza / amore, amore soltanto è vita».
Per quanto, invece, concerne lo stile, nel corso del tempo, è diventato più
personale, fluido e limpido e i versi, grazie all’uso di un lessico più
ricercato, evocativo e meditato, hanno acquisito maggiore leggerezza e
immediatezza.
| |
 |
Recensione |
|