| |
“E’ finito un
altro giorno. Ed ho, come sempre, un senso di vuoto, di insoddisfazione che mi
rode dentro e non mi fa dormire”. Il Sid è il giovane protagonista del
“controromanzo” di esordio di Giulio Della Rocca. Artista incompreso, ragazzo
sensibile e difficile il Sid è il fulcro attorno al quale gravita una compagnia
di amici sopra le righe, quella che definisce la sua tribù. “Figli di Ostia” che
vivono il sesso, la droga, gli studi, la musica.
In questo
romanzo non c’è l’amore con la A maiuscola, non ci sono famiglie da spot
pubblicitario. Ci sono ragazzi che ciondolano e non sanno cosa fare della loro
vita, che si distraggono nei festini e amano trasgredire le regole, ci sono
affetti familiari lontani o spezzati. C’è l’ appartamento buio e sporco dove
vive il Sid e c’è la sua malattia del vivere: “Sono quasi due settimane che non
esco di casa, che non vedo i miei amici, che non faccio un sorriso”.
Giulio Della Rocca racconta senza mediazione e senza censura, attraverso
l’escamotage narrativo del diario del Sid, un angolo del mondo dei giovani, che
oscilla costantemente tra compiacimento dei propri drammi esistenziali e reale
autodistruzione.
| |
 |
Recensione |
|