Se dietro lo pseudonimo Vincent Blacksmith
si nasconde Vincenzo Maniscalco, dietro la vita di Lorenzo, il protagonista di
questo breve romanzo surreale, si nasconde la metafora del non-sense in cui
siamo immersi quotidianamente, anche quando tutto appare così razionale, logico,
precostituito.
L’autore si diverte e mischiare sapori
mediterranei di una Sicilia genuina a fantasmi che filosofeggiano sul futuro. Tornano a galla, come elementi di richiamo
letterario a questo interessante lavoro, i fantasmi dei Natali dickensiani, il
tema della maschera e il relativismo pirandelliano. Oltre ovviamente quel
Nietzsche il cui pensiero è filo conduttore del romanzo. Nella quarta di copertina si definisce il
romanzo una psicotragicommedia.
Perché bisogna avere la forza di sorridere
nonostante tutto. Anche quando hai 20 anni, vivi a Palermo, sei stato appena
mollato dalla fidanzata e compare il tuo “te stesso” di 40 anni che ti mette in
guardia su quello che diventerai, anche quando perderai i capelli e hai turni
massacranti di lavoro, anche quando diventerai marito infedele e padre assente,
anche quando ti arresteranno per qualcosa che non avevi commesso, anche quando,
appena uscito di prigione, un automobilista ti ammazzerà. Era comunque destino e Lorenzo sembra alla
fine capire che non avrebbe mai potuto cambiare il corso degli eventi.
Quando arriviamo a metà romanzo il dramma
deve cominciare perché “il prologo della tragicommedia si faceva sempre più
vicino ed era in agguato dietro l’angolo”. Alla fine si compie la profezia del
fantasma e l’epilogo paradossale, dalle tinte cupe, macabre, quasi splatter.
L’autore ci avverte: dopo aver guardato sia
la testa che la croce della moneta devi essere consapevole che si tratta solo
di “una piccola parte di tutto ciò che ti aspetta e di questo dovrai saperne
ridere!”.
Un
breve romanzo dalla trama galoppante. La scrittura è asciutta e matura. Talvolta
le incursioni filosofiche e le implicazioni più sottili degli eventi, rendono
alcuni passi criptici e avremmo bisogno di fare quattro chiacchiere con lo
scrittore per essere illuminati. Ma al di là di questo aspetto, Sangue
semente è una lettura che incuriosisce, diverte e fa venire voglia di
prendere in mano i testi dei paradossi degli antichi filosofi e provare a
ragionarci (e non - ragionarci) un po’.
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