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Il libro di Gianni Ferraresi è diviso in due momenti ed entrambi ruotano intorno a un evento significativo tanto per un bambino quanto per un cristiano devoto: il Natale. “Ricordando e sognando Natale”, “Meditando e sognando Natale”. Questi i due atti. A conclusione del romanzo un racconto di chiusura “La Madonna delle Grazie”.

Ricordare e meditare sono due azioni mentali diverse. E infatti i ricordi della prima parte sono legati a una dimensione affettiva, il Natale da bambino negli anni della guerra e immediato dopoguerra, che “non era concepibile” senza i cappelletti della mamma, e poi la carrellata degli eroi della sua infanzia: la vecchia Evelina, i nonni Dante e Malvina, l’amico di collegio.

Nella seconda parte del libro il bambino “Gianetto” è cresciuto e non basta solo ricordare. L’incanto con il quale Gianetto vive i suoi Natali, l’amore che prova verso le persone che ha accanto, questo e altro hanno in sé i germogli che porteranno a scoprire una fede limpida ed evangelica. Ecco allora che viene spontaneo reinterpretare liberamente la storia di alcuni personaggi biblici, con il Natale come filo conduttore.

Lo stile dell’autore è asciutto, lineare, i racconti brevi consentono frequenti pause. Anche il lettore è invitato a ricordare e a meditare. Ferraresi vuole condividere con noi il senso di francescana meraviglia e gratitudine verso le cose e verso Dio, che lo accompagna da tutta una vita.

Recensione
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