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Consapevolvenze
In Antologia del Premio Nazionale 2017
per la Poesia
Edita Leandro Polverini,
Totem editrice, febbraio 2018, Roma, pp. 52-54.
La parola sostenuta e aiutata dalla visualità delle
immagini tende a portare in superficie, a far emergere, un corpo sonoro visuale
che nell’assonanza ritrova tutta l’anteriorità magica e disperata della memoria.
Il passato e i nostri ricordi, la vitalità luminosa della ragione, le passioni
violente e tutte le angosce e le contraddizioni dell’io, non diventano dunque
altro che la matrice di una straordinaria simmetria compositiva.
Il linguaggio della poetessa patavina procede, infatti, per
addendi oppositivi che sembrano incastrarsi in assoluta sincronicità nel bianco
della pagina: enjambements, allitterazioni e, soprattutto, assonanze.
“…Voglio aprire il laccio alla sacca di aladino / e farvi
entrare il mattino, / il garrito di gioia che imprime in gola / l’attimo di
eterno; / elevare sguardi sommi / ai mondi che mi ruotano nell’anima / aperta al
vostro amore / e ingigantire / vedendo che libero il mio cuore vostro / vola / nel
tempo smisurato / a contemplare il creato amato.” (da Aladino, p. 73)
Altrove, la cantabilità del verso diviene segretamente
risonante, come se la memoria volesse recuperare l’antico stato di grazia della
levità. Così, proprio mentre la punta tracciante del ritmo scandisce il tempo
della potenza espressiva, la leggerezza, quasi mozartiana del verso, di colpo
s’incrina come cristallo colpito da una pietra. “…rollando molle, dal piano e dal colle / senza scosse,
come se niente fosse / scendere senza doglie, come ciliegie rosse / dalle chine
foglie.” (da Come se niente fosse, pag. 93)
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Recensione |
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