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"Poeta di spessori", come è
definito dall'anonima introduzione all'opera nel risvolto di copertina, il
trentunenne Danilo Mandolini è alla sua seconda raccolta poetica, con la quale
ha vinto nel '95 il premio nazionale di poesia "Frascati - Italo Alighiero
Chiusano", sezione giovani. Scorrendo i versi di Una misura incolmabile
si nota immediatamente la fluida capacità di versificazione e la densità del
contenuto, un contenuto che vuole trascendere la superficie dell'occasione per
giungere nel contempo all'essere e al divenire di una cosa, di un fatto, di una
persona, ovvero per cogliere la stratificazione temporale che ne ha, poco per
volta, formato l'essenza. Una poesia, quindi, per usare ancora le parole
dell'introduzione, non "d'occasione e di momenti", ma di"vicenda e di sviluppo",
interessata soprattutto allo "spessore del deposito"; una poesia, aggiungeremmo
noi, di reticolati referenziali, dove il dato personale si interseca e si fonde
con una storia più generale di cui anche il vissuto del poeta è filato, un
cammino a ritroso tra il tessuto di vicende che compongono una storia,
etimologicamente intesa come atto del vedere e quindi del comprendere.
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Recensione |
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