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La fiaba
poematica in endecasillabi Genesis di Veniero Scarselli può essere
definita tale (benché l'autore non desideri essere colluso con alcun genere
letterario, sia esso poema o favola — si noti bene: "favola" e non fiaba —
racconto, romanzo, poesia. pièce teatrale) in quanto la scrittura versificata di
contenuto filosofico fu tipica in epoche diverse di grandi contenutisti, ed è
intrinseca alla stessa Bibbia ad una parte della quale s'ispira il titolo
dell'opera.
Risulta del tutto originale, non solo nella scrittura totalmente parlata,
chiara e comprensibile, ma anche net contenuto, che ammette soltanto due
components. quella teologica (molto seria) e quella civile (assolutamente
satirica). Infatti, pur non mancando in questa sede la speculazione filosofica
non solo nel modo di visualizzare gli oggetti ma anche implicitamente negli
emblematici accadimenti, non esiste la normale pletora di terminologie
sistemiche.
Da sottolineare che il meccanismo di questa fiaba si ripete in modo ciclico:
dalla Genesi biblica e dal postdiluvio si passa a una sorta di evoluzione cieca
e mortale che non ha più nulla da spartire col giardino dell'Eden, non essendo
soltanto il suo contrario: dal momento in cui l'essere umano si distaccò
totalmente da Dio e dai suoi figli (tra cui gli animali visti in modo
assolutamente francescano), per perdersi nei meandri d'una pretesa titanica di
conoscenza e realizzazione tecnologica contraria alla dimensione divina. finì
con lo scadere lucifericamente in una superbia senza confini, dimenticando
I'Amore, autentico e metastorico collagene dell'universo.
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Recensione |
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