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Poesie per casoBrandisio Andolfi, poeta noto, di lunga e collaudata esperienza in ambito letterario, in cui si è sempre distinto per la serietà e la solidità del suo assunto creativo/investigativo, si ripresenta al pubblico con questa ennesima raccolta di testi poetici, in cui conferma la sua propensione a confessare pensieri, sensazioni, emozioni, a ripercorrere non senza un pizzico di nostalgia i momenti salienti dell’esistenza vissuta in stretto rapporto con la natura, prima, e poi con il mondo della scuola e della cultura. Già il titolo “Poesie per caso” è indicativo di una consuetudine all’arte poetica, che per lui rappresenta il modo più autentico per manifestare la propria libertà di pensiero, la sua dimensione individuale all’interno dell’organizzazione sociale, dov’egli si propone come attento e solerte testimone del proprio tempo. E di testimonianze del proprio tempo vissuto tra campagna e città, tra il mondo agreste, con “la casa tra gli ulivi”, e l’universo caotico, rumoroso e alienante dei grandi centri urbani, ce ne sono in abbondanza nel suo corpus poetico.
Tutto procede veloce, tutto è uniforme e uguale; il giorno nasce e muore: tutto è alba e tramonto. Solo i poeti riescono ancora “a penetrare l’infinito, / a cantare i dolori e i piaceri della vita”, a dare significato all’esistenza, a vestirla “d’amore e di pace”, a offrirla a chiunque “senza pudore né grida”. E poiché la Musa infiamma spesso la mente del Nostro, egli s’ingegna a dare forma e sostanza ai pensieri e alle idee che gli “frullano in testa”, a raccoglierli “ in versi rimati / per qualche lettore di poesia”; e gioisce quando qualcuno, incontrandolo, gli dice: “Nella tua poesia leggo il vero, / pensieri mai sentiti prima”. In un contesto sociale distratto, svogliato, dove proliferano i dubbi e mancano le certezze, ognuno “è solo con se stesso”, s’inventa quello che vuole essere, avvezzo “a vedere le cose come son fatte”, senza preoccuparsi di dare ad esse un proprio specifico valore, in senso positivo o negativo. Il vissuto quotidiano si riduce ad una formula ripetitiva di atti, gesti, abitudini e consuetudini per assecondare i richiami dei sensi, lasciando in disparte la facoltà di pensare, giudicare e discorrere. Le diversioni del poeta si focalizzano su momenti ispirativi diversi, che passano attraverso il filtro della sua coscienza di filosofo avvezzo a considerare la vita e le cose con raziocinio. Le scansioni e i rapporti temporali privilegiano il lontano tempo vissuto nel furore dei sensi, tra odori di carta stampata e profumi femminili, tra “fremiti di canto” e “versi di luce e di gioia”. Dei dorati tempi in cui “l’occhio, l’orecchio, il cuore” erano i mezzi con cui raggiungere “il mistero dell’eterno”, resta una bruciante nostalgia. La segreta melodia del creato è il sostrato più eloquente del suo animo, il rifugio dentro cui ritrovare le stazioni di partenza per tornate col pensiero “a ieri”, all’eden per sempre perduto, ma vivo nella memoria e fonte inesauribile di nuovi, maturi, meditati e toccanti versi. |
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