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In occasione della presentazione: Per Roberta la scrittura è un bisogno, un’urgenza sentita profondamente fin da giovanissima così, come dice anche lei stessa nella sua autobiografia visibile sul suo sito internet, è sempre stata un aiuto, un modo per confrontarsi con la realtà e con il sogno, un’autoconfessione dove viene regalata al lettore la parte più oscura ma anche la più chiara dell’Io profondo.
La scrittura per ognuno di noi ha una valenza diversa, per Roberta è un bisogno quasi fisico, un desiderio che incalza fatto di “righe fitte come riccioli di bosco” come lei stessa confessa, il foglio diviene il pretesto per alimentare il gioco fantastico delle parole da cui tutte le storie iniziano e per far ciò basta poco: un odore o uno scricchiolio degli aghi di pino sotto le scarpe e il mondo circostante si trasforma, così nascono le favole di orchi e principesse anemiche. Ci troviamo dentro ad una poesia dal ritmo incalzante dove è subito chiaro l’uso della metafora, dove l’estate esplode improvvisa e dove il canto cresce da semi primordiali nascosti in una terra fertilizzata dal dolore di antiche o recenti esperienze. Forse in questa raccolta più che nelle altre si rivela la parte più nascosta e ombrosa del carattere di Roberta Degl’Innocenti. Vi si scorge un eros velato che traspare e scivola dai versi, tra ricordi di un passato doloroso che viene filtrato dal tempo. Una poesia che si muove tra modelli tradizionali e proposte d’avanguardia, che si serve di alcuni richiami alla tradizione passando elegantemente tra endecasillabi, settenari e qualche trasgressione con effetti sonori ed emozionali di grande effetto. I suoi personaggi, essenzialmente femminili, lasciano nostalgie, rabbia e promesse, l’amore incide, diviene privo di confini è affidato a sfumature che suscitano visioni fantastiche. C’è comunque in Roberta una positiva freschezza che riporta, sorridendo sicura, nel suo discorso poetico espresso con musicalità raffinata. Possiede il dono di emozionarsi, come se vedesse attraverso gli occhi puri di un fanciullo eccitato e felice, per una piazza in festa (Fiaccole accese, Concerto) affascinata dal mistico mistero di una chiesa storica (Sentinella d’ombre) con lo stupore pieno di meraviglia incantata. Questa sorta di “meraviglia celeste” porta la poetessa ad aprirsi ad un mondo di sogno, fantastico, popolato di “elfi guerrieri” che, però, attraverso la parola, possono svelare il “sé”autentico e incontaminato che la poetessa racchiude . In questo bel libro si affrontano due emisferi: il sole e la luna, la notte e il giorno si susseguono con una leggera prevalenza per la malinconia romantica della notte, una sorta di yin e yang, un’alternanza tra realtà e sogno che potrebbe portare a perdersi ma che Roberta riesce a tenere legata al proprio mondo con il filo della ragione. L’eleganza dell’uso della parola preziosa è un altro elemento predominante, nella poetessa che si innamora delle parole, le cerca, le fa sue con un affetto quasi materno. I suoi sono versi sempre ben ritmati, che scorrono nelle vene, che irrompono anche nel silenzio degli spazi vuoti, dentro le sensazionie le emozioni con estrema leggerezza, fondendo amore, riflessione e gioia. Questo libro nasce in un momento molto creativo durante un’estate calda, e colpisce con la sua armonia e melodia, proprio per l'uso altamente metaforico del linguaggio, che tende a rivestire le parole di immagini rare e preziose, nell’ accostamento a cose, piante e fiori, costruisce metafore al confine con il reale, in modo tale che questi versi divengono suoni fonetici, che innescano una reazione a catena. Poesia che diviene il riflesso della personalità, con tutte le sfaccettature estetiche, liriche e intellettuali che caratterizzano una versatilità riconducibile alla vigile attenzione del sentire la vita, liriche che sono come un preludio musicale, dove i dettagli si evidenziano tra luci e ombre in un moderno sistema formale e dove il mondo fantastico e la realtà vengono mescolate andando oltre il normale sentire. |
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