L'educatore turbato
Con una scrittura piana e scorrevole, pulita, senza circuiti farraginosi, il
romanzo L’educatore turbato di Federico Montanari,
scandito per capitoli brevi, è costruito intorno alle vicende di una famiglia
normalissima, dove si confrontano tre generazioni ognuna con le proprie
controversie legate all’età: il nonno, il figlio, le mogli e i nipoti in età
scolare.
Il protagonista – l’io narrante – insegnante da poco in pensione, si rende utile
in vari modi verso i famigliari e, data la sua formazione, rivolge il suo
interesse alle problematiche della nostra società che via via egli incontra
nelle sue relazioni famigliari, amicali, occasionali.
In primis, la “dipendenza” dalle tecnologie digitali e dalle abitudini
multitasking, così come lo corregge il nipote Rodolfo nel gergo sempre più
dilagante specie tra i più giovani.
Ancora, il protagonista ha a che fare con altro: crisi matrimoniali, scarso
senso civico di persone maleducate e una buona parte dei mali odierni. Fino a
raccontare della madre di un alunno che inveisce e picchia la maestra.
“...Padre mi sono affezionato alla Terra quanto non avrei creduto...” dice
Mario Luzi in una sua poesia. Versi che, pur essendo stati scritti in tutt’altro
contesto, parlano di un affetto che dovrebbe valere oggi per la difesa del
globo. Affetto che emerge fortissimo dalle pagine di questo libro.
Si può dunque concludere che il romanzo è anche un saggio che pone l’accento sul
malessere di questa società, ma lo fa senza pedanteria, con leggerezza, perché
il tutto viene distribuito sapientemente nello svolgimento del racconto,
coinvolgendo chi legge.
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