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Dalla Sicilia alla Francia nell'Ars Poetica di Pietro Nigro
Un buon lavoro, composto da trenta recensioni e una lunga intervista a Pietro
Nigro. Attraverso l’esame delle singole opere da parte dell’Affinito e le
dichiarazioni dell’intervistato, risalta la figura di un poeta che la stessa
autrice osa definire "statua
michelangiolesca da osservare per essere descritta a livello universale".
Isabella Michela Affinito ha una cultura multiforme e vasta e ne dà prova,
anche in quest’opera, attraverso le tante citazioni inerenti la pittura, la
musica, l’astronomia e non solo la poesia, la narrativa e la critica. Si è
interessata, negli anni, di centinaia di artisti, sicché, a voler raccogliere le
recensioni su ciascuno di essi ed assemblarle come ha fatto per Nigro, potrebbe
già confezionare decine di altri volumi similari, uno dietro l’altro. Che le
recensioni siano semplicemente assemblate - neppure cucite e organizzate come
dovrebbero essere perché si possa parlare di "saggio" e non di antologia, di
semplice raccolta -, lo dimostrano le troppe ripetizioni, delle quali
accenniamo solo al "professore
avolese, ma residente a Noto", "professore,
saggista, poeta, scrittore, Pietro Nigro, di Noto", "nato
ad Avola e residente a Noto", "poeta
di Avola, residente a Noto" eccetera. Cucendole e
organizzandole, di queste e di tante altre ripetizioni ne sarebbero rimaste solo
alcune. Non è un appunto, il nostro, ma una costatazione, che potrebbe tornare
utile alla nostra cara e stimata giovane amica in successivi lavori.
Le opere di Nigro, delle quali l’Affinito si interessa, sono numerose; ne
ricordiamo alcune: Il deserto e il cactus, Versi sparsi, Miraggi, L’attimo e
l’infinito, Alfa e Omega, Riverberi, Astronavi dell’anima, I Preludi (sei
volumi), Paul Valéry, Canti d’amore, Il tempo e la memoria, Sintesi di storia
della musica, Notazioni estemporanee e Varietà (cinque volumi), La porta del
tempo e l’infinito. Di ciascuna dà una chiara anche se sintetica esposizione,
arricchita di rimandi e di riporti. Alla fine, la figura del poeta è a tutto
tondo e grande nel lettore il desiderio di approfondirlo, che, poi, questo è il
compito basilare di una critica calda e stimolante, partecipativa, come quella
auspicata da Charles Baudelaire, secondo quanto riportato dalla stessa
Affinito: "Credo
in coscienza che la migliore critica sia quella che riesce dilettosa e poetica;
non una critica fredda e algebrica, che, col pretesto di tutto spiegare, non
sente né odio né amore, e si spoglia deliberatamente di ogni traccia di
temperamento".
Il volume è impreziosito da numerose fotografie.
La parte più ghiotta, però, è la seconda, l’intervista accurata e a campo
vasto, attraverso la quale Nigro si racconta e come artista e come uomo, non
tralasciando i tanti incontri, durante gli anni, con personaggi importanti,
come, per esempio, quello con Nino Ferraù, anche nostro indimenticabile amico e
poeta veramente universale, al quale l’appellativo di "siciliano" è andato
sempre stretto. "E
che dire del fratello di Giorgio De Chirico, Alberto Savinio
– confessa l’intervistato -,
che non si dedicò solo alla letteratura, ma anche alla pittura. Nel 1940 alla
Galleria Il Milione di Milano presentò una mostra di ritratti. Oppure del poeta
dell’Ascendentismo e pittore Nino Ferraù di Galati Mamertino, in provincia di
Messina, paesino che io conosco per esserci andato da adolescente con i miei
genitori. Morto a 61 anni nel 1984 era cugino da parte materna di mio cugino
Fiorenzo Nigro. Lo conobbi nel 1982 in quanto ambedue facevamo parte della
giuria del premio di poesia e narrativa del Centro Artistico Culturale
Internazionale di Modica. Fu molto amico di Salvatore Quasimodo che vegliò nel
momento della morte e di cui lasciò un disegno del viso del premio Nobel mentre
lo assisteva."
Aperture del genere se ne incontrano a bizzeffe e anche per questo la lettura
del libro non è soltanto interessante, ma piacevole.
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Recensione |
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