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Nota editoriale a
L'anima e il lago
di Giorgina Busca Gernetti
la Scheda
del libro1
la Scheda del libro2
Primo premio "Città di Pomezia 2010".

Domenico Defelice
Nell’importante Presentazione, il critico Prof. Giuseppe Panella, con finissimo
intuito, mette in risalto come a ispirare il poemetto alla Busca Gernetti, sia
stato un terribile
dramma verificatosi in famiglia prima della sua venuta al mondo: la morte, ad
appena trent’anni, in guerra, nel corso di una battaglia aerea, di suo padre
Giorgio, capitano d’artiglieria e d’aviazione. Ecco, nel primo brano, i versi
rivelatori: “Un lampo vivido |
squarcia violento le nuvole | e s’inabissa | nell’onde tumide”.
Una vicenda dolorosa che ha condizionato tutti e che lei avrà sentito raccontare
migliaia di volte, sicché, nel corso degli anni, dramma umano e fenomeni
atmosferici si sono
saldamente fusi. Nella descrizione che oggi la poetessa fa, le esplosioni della
battaglia sono un tutt’uno con tuoni e lampi e il vorticare limaccioso delle
acque. L’animo della bambina – e poi della donna – ad ogni rievocazione trema e
s’interroga, senza riuscire però a trovare mai risposte logiche.
La perdita del padre, il non averlo mai conosciuto, ha condizionato la sua
psiche; la ferita è ancora così viva e dolorante che il suo atteggiamento nei
confronti del lago è quasi sempre unidirezionale. Ogni suo aspetto è grave:
“dolente e grigio” sotto la pioggia; il vecchio che “interroga le rune” ha
l’aspetto d’antico oracolo che annuncia solo la “sorte | che tragica incombe” e
al tramonto, il “grigio | cupo del lago” non viene illuminato neppure dal
“bianco di ali” di gabbiani. La poetessa è ancora così scossa da non riuscire
più ad associarvi visioni di gioia (l’ “odorato viale”, i “tinnuli gorgheggi”,
il “refolo di vento | primaverile”, ecc.); la memoria del lago l’ha per sempre a
quel tempo ghiacciata, cristallizzata: “non son più viva | sulla terra feconda”.
Ma questa bella silloge, vincitrice del “Città di Pomezia 2010”, non è così
monocorde come l’abbiamo fin qui rappresentata; il lettore attento vi scoprirà
altri aspetti e temi profondi, interessanti. Era però necessario evidenziare
come la lucida spietatezza di questo poemetto, rilevata da Giuseppe Panella, non
derivasse da una sapiente invenzione letteraria ma da una vera tragedia.
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