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Il
reale e il possibile
La plaquette,
Il reale e il
possibile,
si snoda nelle sezioni
Terra e Aria,
due dei
quattro elementi
fondamentali dei filosofi presocratici nella visione panteistica del
mondo sensibile.
Giovanni Di Lena affonda le radici nella realtà, la esamina con acribia,
ne traccia i contorni e
affonda il bisturi della sua
indignatio
di uomo e di poeta
in versi di dura
denuncia:
Dobbiamo ancora | fingere di credere che è solo un incubo |
la voragine silente |
che ogni giorno ci inghiotte? L’ansiosa
interrogazione che si pone
rivela una forte
sensibilità antropologica e una visione lucreziana del mondo perché
come argilla | ci
lasciamo modellare | da ceramisti improvvisati casualmente emersi |
dalle costole
fratturate della nostra storia.
A ragione Josè Saramago
afferma: “Credo
che la somiglianza più
inquietante tra la caverna di Platone e il mondo d’oggi sia la
confusione tra realtà e
apparenza.” Il poeta trova la forza con i versi di uscire dal
guscio del solipsismo
offre un quadro angosciante dell’uomo caduto in un vortice di
menzogne, di
alchimie industriali,
di
Mercato,
di
diktat della società | intellettualmoralista, di
universo doppio,
ma rimane
nell’animo la speranza che la Verità giunga
alle
coscienze libere.
In questo
convulso divenire storico del nostro tempo, dove
tutto muta in modo
precipitoso e cadono certezze che sembravano ben salde e ciascuno
è tentato di
rinchiudersi nel suo fortino, pure il poeta è colto da un senso di smarrimento,
però si riscatta
subito: Sto
diventando inadeguato | alla contemporaneità, | a
questo tempo | che
sfugge l’essenziale | e si aggrappa all’effimero. In questa triste
moltiplicazione, non
voglio sentirmi in comproprietà | con le cose | che non mi appartengono.
Nella seconda sezione
Aria
i versi presentano
elementi di intensa interiorità,
avviene un ripiegarsi
in se stesso, si nota un certo neo-crepuscolarismo, uno sciogliersi
da ogni legame di
contemporaneità, si affacciano alla memoria i miti dell’infanzia
e della madre. E’ una
poesia ricca di valori umani, di realtà cangianti, di rabbie,
di paure, di
riflessione sul senso stesso della vita:
Scontiamo la condanna |
di
un’idealità sbagliata |
perseguita a sproposito | da irriducibili pifferai. Questo libro di
poesie che il poeta
definisce fatto
di versi semplici,
solo apparenti, sono di grande
valore poetico non solo
per la sua intonazione civile ma pure per la limpidezza espressiva e
per il livello di scelta lessicale.
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Recensione |
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