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Forse diventerò come il silenzio
La poesia come áncora in un porto di pace

Romana, Antonella Calzolari è docente di materie letterarie. Ha svolto
attività giornalistica e critica in ambito letterario e scolastico. Ha
collaborato con la RAI e nell'ambito del doppiaggio televisivo. Ha compiuto
studi musicali. Collabora con la casa editrice Fermenti presso la quale ha
recentemente pubblicato la silloge di poesie «Forse diventerò come il silenzio».
Hai svolto fino ad oggi un'intensa attività critica, orientata su più
fronti. Puoi riassumerla in poche battute ?
Ho avuto il privilegio di formarmi con Giuliano Manacorda. Il suo lucido
metodo di indagine letteraria mi h spinto ad occuparmi dei testi di letteratura
contemporanea, nel tentativo di interpretarli e sotto il profilo strettamente
letterario e dal punto di vista sociale e storico. Percorrendo questa strada mi
sono trovata a collaborare con riviste e giornali di diverso tipo.
Ora il primo libro di poesie con il suo bellissimo titolo “Forse
diventerò come il silenzio”. Da dove è nata l'esigenza di dirti in prima
persona ?
Sono molto contenta di ricevere questa domanda che mi offre la possibilità di
spiegare la genesi della pubblicazione. La maggior parte dei testi compresi
nella raccolta risale a parecchi anni fa. Ad un certo punto della mia vita ho
avvertito l'esigenza di condividere quanto è stato in me con i miei potenziali e
certi lettori, come se farlo in qualche modo “mi portasse alla luce”. Quello che
emerge dalla lettura delle poesie è il mio io primigenio, antecedente
addirittura alla maggior parte delle sovrastrutture che l'andare avanti
con la vita, con gli anni e con le esperienze si è sedimentato. Mi spiegherò
meglio esponendo un mio dubbio filosofico che ho radicalizzato con il tempo. Mi
chiedo spesso : “Qual è il nostro vero io? Quali siamo noi? Noi, da bambini, con
la crescita a perdere la nostra essenza primigenia? Noi giovani, con le nostre
aspirazioni, il nostro entusiasmo, l'impegno i nostri sogni e le illusioni
(per dirla con l'immenso Giacomo Leopardi)? Noi via via sempre più maturi, con
tutto il carico delle esperienze, delle ricchezze interiori accumulate e delle
delusioni e date? Questa domanda mi sorge sempre più urgente e quindi pubblicare
dei testi che mi rispecchiano nella fase, per così dire, ancora tabula rasa
della mia vita mi è sembrato quasi un atto dichiarativo dovuto. Il titolo
corrisponde a quello di una delle poesie incluse nella raccolta ed è stato
scelto mirabilmente dall'editore, Velio Carratoni.
Quali i temi della tua poesia ?
La risposta a questa domanda si lega alla precedente. Il titolo “Forse
diventerò come il silenzio” contiene tre lessemi di fondamentale
importanza per me. L'avverbio “forse” è sovrabbondante di potenzialità che
rappresentano il sale della vita: esso implica aspettativa, pluralità,
realizzazione o meno di qualcosa che è la poesia nel senso etimologico del “poiein”
ovvero del fare. La poesia, come dicevano gli antichi, non è mera espressione di
una sensibilità magari esacerbata ma si manifesta concretamente attraverso delle
parole pregne di significato e quindi di vita. Il verbo “diventare” richiama
ancora a lessemi antichi come come il “fieri” latino, la nostra vita è
continuamente un divenire (ce lo insegna luminosamente Schopenauer) ma anche un
diventare ossia il materializzarsi del concetto di divenire come sua attuazione
e manifestazione. Infine il “silenzio”. Il silenzio rappresenta per me quel
luogo mistico interiore in cui risediamo e risiederemo per sempre, in cui
finalmente riusciamo a guardarci, a metterci in contraddizione, è quella
dimensione etrna di noi in cui riposare dopo aver condotto mille battaglie.
Oggi il panorama della poesia è assai frastagliato soprattutto sul piano
formale. Leggo bene se dico che la tua scrittura tende alla limpidezza ?
Sì, senza dubbio e reputo un grande onore questa lettura da parte tua, che
sei detentore degli strumenti assoluti della poesia. Nella limpidezza risiede la
ragione del nostro esistere, del nostro relazionarci con il mondo esterno e con
gli altri, essa per me consiste nella maieutica che, per l'intero
corso della nostra esistenza continua a spingerci verso l'azione, verso la
ricerca di senso e verso l'approdo, mai definitivo, ai nostri porti di pace.
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Recensione |
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