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Pagine sul filo sottile del
tempo
Si resta impotenti di fronte alla forza di una
sensibilità prorompente che tutto travalica e trascina, e che possiede la magia
delle fate e delle favole, la semplicità di una goccia di rugiada che riflette
il mondo e lo racchiude in sé per proteggerlo e farlo suo, inglobarlo nell’anima
e contemplarlo. Lilia Slomp Ferrari, fine poetessa della Natura, sa compiere
sortilegi, trasformazioni, rapimenti ed estasi con l’abecedario dei sentimenti,
senza artefatti, senza lusso di aggettivi, senza il superfluo o inutili
iperboli. Tutta la preziosità è nella evocazione della memoria che, racconto per
racconto, non cessa mai di stupire e di folgorare il lettore con la trascendenza
degli affetti più semplici, più innocenti, più comuni.
È la vita che vibra e prorompe in tutti i suoi
aspetti come cantico dei propri ricordi che scorrono sul filo sottile del
tempo, quel filo d’argento d’un pentagramma d’amore punteggiato da note di
acuto che la voce leggera di Lilia sa rendere coro di rondini in volo.
Il volto del padre, l’abbraccio, l’infinito affetto
che lega senza parole, che le parole descrivono come carezze leggere, profumo
d’intorno che scioglie poesia senza pesare, senza quasi apparire. È un
controcanto di sensazioni, emozioni di particolari, momenti normali che
diventano quadro, affresco d’insieme: la campagna, la casa, la nonna in cucina,
il dialetto che affiora come violette da cogliere a primavera, mazzetti da
serrare nel piccolo pugno per rammentarne l’odore. Eredità di memorie che
prendono vita, identità ritagliate in legno leggero come betulla che prendono
forma e intrecciano storie, passato sentito solo attraverso i racconti, che
diventa presente e reale, un oggi proteso al futuro che scorre come acqua di
rivo dalla fonte alla valle senza potersi fermare, anche sotto la neve, anche
tra rocce scoscese o aride ghiaie, fino al prativo disteso dove rallentare la
corsa e riprendere fiato.
Storie serene anche quando incombe il pericolo, e di
pace anche quando la guerra dissecca la vita, che traggono forza e coraggio da
un humus profondo, da una terra feconda d’affetti, di certezze fatte di pietra
di monte e delle sagge parole che ripetevano gli avi. Ma gli eventi si
confondono in una natura che invade, prorompe, è sempre presente, gioiosa
preghiera all’Eterno, alla Bellezza che traspare in ogni parola di Lilia, in una
costante elegia alla vita, eterna prodigiosa fioritura del suo ciliegio di
bimba.
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Recensione |
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