| |
La dottrina darwiniana ha influenzato non solo la riflessione filosofica
e antropologica, ma anche la scienza medica, In effetti, la scienza medica fa
uso del pensiero darwiniano «quando tenta di concettualizzare la natura e la
causalità della malattia in termini evolutivi e mira a una rifondazione
dell’intervento terapeutico sulla base di tale concettualizzazione» (Introduzione,
p. 19). In pratica, si fa ricorso al darwinismo quando si intende analizzare le
cause storiche, evolutive (“cause remote”) della malattia – parallelamente alle
“cause prossime” –, sulla base della teoria secondo cui la malattia è legata,
direttamente o indirettamente, al determinismo della selezione naturale.
La novità dell’indagine storica di Fabio Zampieri, specialista in
materia per i suoi studi accademici e i suoi saggi scientifici, è quella di aver
condotto una globale e al contempo analitica disamina del problema – ovviamente
privilegiando aspetti teorici, ambiti pratici e autori per lui più significativi
–, che lo ha condotto a distinguere due periodi di tale rapporto tra dawinismo e
scienza medica: l’uno, classico, collocabile intorno al 1860-1930, da lui
denominato «darwinismo medico»; l’altro, contemporaneo, collocabile dagli anni
’80 del Novecento a tutt’oggi, denominato «medicina darwiniana».
La differenza tra l’uno e l’altro periodo riguardante il rapporto tra
dawinismo e scienza medica non è individuabile nei temi trattati, che risultano
praticamente identici, e cioè, sempre a proposito delle malattie, la
predisposizione – costituzione ed ereditarietà – e il disadattamento, come
rapporto dell’organismo, in quanto prodotto evolutivo, con l’ambiente esterno.
La differenza è invece riscontrabile nel fatto che il primo periodo si presentò
molto complesso ed eterogeneo, perché rappresentato da studiosi di vari campi –
dalla medicina alla biologia e all’antropologia – e, soprattutto, perché
ispirato a presupposti ideologici, quale la visione materialistica – si
consideri del resto la coincidenza con il positivismo filosofico ottocentesco –
e la concezione razzista con la conseguente o concomitante teoria eugenetica
(miglioramento della specie umana a livello del patrimonio genetico) e la teoria
imperialista (dominio delle razze più forti su quelle più deboli).
Il secondo periodo, quello contemporaneo, si distanzia dalla prospettiva
eugenetica o del “darwinismo sociale” e d’altra parte si occupa del patrimonio
genetico comune a tutti gli uomini, piuttosto che interessarsi alle differenze
genetiche individuali o di singoli gruppi o razze. Ma soprattutto la differenza
è da vedersi nell’ambito specifico del darwinismo, cioè nella concezione della
selezione naturale applicata alla malattia. Nel darwinismo medico, la malattia
era spiegata come un carattere che sfuggiva all’opera della selezione naturale;
in seguito, si ritenne invece che proprio la selezione naturale sarebbe alla
base della predisposizione alla malattia e alla base del disadattamento;
soprattutto, si venne a stabilire il concetto che ogni modifica evolutiva, se
risulta vantaggiosa, comporta tuttavia, contestualmente, anche rischi patologici
– come ad esempio per quanto riguarda la statura eretta, che induce, tra
l’altro, patologie ossee e vertebrali.
Fabio Zampieri
espone quindi, con molta precisione e con dottrina ma anche con fluidità e con
scrittura gradevole, le conseguenze pratiche, sul piano diagnostico e sul piano
terapeutico, della medicina darwiniana. Il discorso poi sviluppa, in tre
capitoli particolareggiati e molto intensi, la storia della concezione del
darwinismo medico e, attraverso i contributi del neodarwinismo, la storia della
successiva concezione della medicina darwiniana, segnatamente attraverso i due
massimi esponenti della stessa: George Williams e Randolph Nesse. L’esposizione
presuppone da parte del lettore una certa dimestichezza con i concetti di
medicina e dell’evoluzionismo biologico, ma, se non manca una cognizione di base
in tal senso, si rivela non solo piacevole, ma persino avvincente, quasi fosse
la narrazione – è stato anche osservato – di un romanzo.
| |
 |
Recensione |
|