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Nebrodiversi
Pur conoscendo bene da lungo tempo e apprezzando la
produzione poetica in lingua italiana di Filippo Giordano, affermato scrittore e
ricercatore originale di scienze matematiche, che vive e opera in Mistretta, un
affascinante comune della provincia di Messina, ho tuttavia sempre considerato
di grande pregio le sue liriche dialettali. Mi riferisco direttamente a
Scorcia ri limuni scamusciata (2003) ed a Ntra lustriu e scuru
(2006), due raccolte che lo hanno inserito tra le voci più suggestive della
letteratura siciliana in dialetto affacciatasi nel nuovo millennio. Ne voglio
dare subito un esempio: Sugnu , ntra lustriu e scuru, nna sta strata / chi
sparti a manu manca ra riritta. / Una arricogghi corchi filu i rienu e l’autra u
va-ttaccannu a mazzu.// A manu ritta via spirtizza e scuru / (Quantu lustriu
cc’è mmienzu a ssu scuru?) // A mancunia, mmeci, vavareddi! /( Quantu scuru cc’è
ntuornu a ssu lustriu?)// Nno-mienzu c’è stu nasu chi naschia (Sono tra luce
e buio in questa strada / che separa la mano sinistra dalla destra. / Una
raccoglie qualche filo d’origano e l’altra lo va legando a mazzo. / A destra
vedo esperienza e buio. / (Quanta luce c’è in mezzo a tale buio?) / A sinistra,
invece, gibigiane! / (Quanto buio c’è in mezzo a tale luce?) // Nel mezzo c’è
questo naso che annusa).
Giunge oggi, imponente per le sue 450 pagine,
questo volume Nebrodiversi che riunisce tutta la produzione poetica di
Filippo Giordano edita dal 1973 fino a tutto il 2012, arricchito in appendice da
un ampio repertorio della critica italiana attraverso le sue firme più note e
prestigiose: da Giorgio Barberi Squarotti a Stefano Valentini, da Giorgio
Santangelo a Giuseppe Cavarra, da Elio Andriuoli a Luciano Nanni. L’iniziativa
editoriale assunta a Mistretta appare meritoria non foss’altro che per un paio
di ragioni almeno: in primo luogo perché consente finalmente di avviare un
ragionamento organico su un percorso di autentica poesia che ha già superato la
soglia dei quarant’anni; e poi perché riporta al centro dell’attenzione l’opera
di un poeta interessante come Filippo Giordano il cui temperamento trattiene
spesso entro un ambito che merita invece più spazio e visibilità.
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Recensione |
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