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Scienza e misticismo nella poesia di Veniero Scarselli

Pavana per una madre defunta porta il sottotitolo "Appunti per una storia naturale della morte" ed è ormai meritatamente notissima, anche per il grande numero di premi conseguiti. In effetti è un'opera unica nel suo genere, mistica e nello stesso tempo dissacrante, che si distingue per la sua peculiarità sia dal precedente Isole e vele che dalle opere successive di Scarselli, quali Torbidi amorosi labirinti e Priapsosodomomachia. Non ha nulla delle solite sillogi, ma è un vero poema, polisemico, di ottimo taglio contemporaneo, e sa affrontare col linguaggio della poesia teorie e problemi d'inconfutabile valore scientifico, filosofico, teologico.

La materia trattata è densa, sembra quasi che la mano del chirurgo penetri il tessuto adiposo di ogni più nascosto pensiero per portarlo coraggiosamente alla luce. Così si può già prevedere che essa dovrà affrontare due tipi di lettori: da una parte quelli che vedranno di buon occhio le immaginifiche rappresentazioni. metafisiche e cosmologiche di una poesia- eclettica, coraggiosa e senza veli; dall'altra, quelli che troveranno da ridire sui toni provocatori di certe asserzioni pragmatiche che, non si può negare, stanno sul filo della dissacrazione. Già all'inizio del poema, Scarselli capovolge la concezione tradizionale della maternità centrandola anticonformisticamente sulla storia della vita intrauterina, di quell'Eden da cui sente di essere stato scacciato. Già in questa fase si affacciano tutti i temi dell'ambivalente conflitto tra figlio e madre ma anche una pacificazione della polarità uomo/donna. Niente avviene, se 'non è la Donna-Madre a volerlo; di conseguenza il maschio non è che una parte insignificante del piano cosmico, ove tutto è rapportato a più universali leggi. Ma la nostra atemporalità non salva noi donne dalle continue sollecitazioni che ci devastano e ci mutano in "sconfitte delta natura"; per Scarselli la Donna è un pianeta tutto da scoprire e lui stesso si dedica a scandagliare con l'occhio del poeta-biologo, ma salvandone tutta la dignità, i finissimi imprerscrutabili meandri di una condizione materna che ci sublima e distrugge. Solo dunque a uno sguardo molto superficiale potrebbe sembrare esser stato senza ritegno in questa sua "rilettura" dell'universo femminile.

Ma in questo libro di vastissimi contenuti la narrazione prosegue sviluppando in modo originale teorie e intuizioni scientifiche e filosofiche sulla relatività dell'essere, sulla cosmologia, sul posto che compete all'uomo nell'universo. Il linguaggio poetico diviene un mezzo efficace per ricercare la verità metafisica e comunicarla con immagini. sempre di grande potenza. Ecco che la morte rivela la materia stessa del suo peregrinare di corpo in corpo: è l'impulso alla vita, che genera la morte; ed è la stessa vita che; in uno "sberleffo" finale osa sfidare Dio, identificandosi con lui nella fase ultima e definitiva, occulta e misteriosa, della morte. Quest'idea salvifica si raggiunge attraverso un'evoluzione biologica che si rifà alle origini. della -specie: la conquista della Ragione e della Conoscenza sono le vere finalità della creazione organica che avviene attraverso la femmina di tutti gli animali.

Anche se a prima vista indagare sulle cause primarie di questo complesso vita/morte sembra essere in Scarselli la ragione di un rapporto emozionale con la defunta madre, ben presto ci si accorge che rappresenta il tentativo di analisi. più approfondito che sia stato fatto in poesia sul substrato organico/inorganico che sottende il rifiuto umano della morte. Vedremo presto che il nucleo teorico cui si ricollega la sua intuizione filosofico-poetica, ora dell'evoluzionismo cristiano, ora dell'idealistico identificarsi dell'Io con Dio, lo porterà alla fine ad accettare, e praticare, l'idea dell'oltre la morte in un mistico e volontario naufragare nell'Assoluto.

Non dobbiamo lasciarci influenzare dal tono provocatorio di quest'opera che potrebbe apparire dissacrante e trae invece ispirazione dalla materialità biologica, animata da un respiro cosmico. Noi, frammenti dissociati dell'Essere, tendiamo disperatamente al congiungimento con l'Assoluto; ma un male occulto .:ci..deriva da un oscuro peccato originale e la speranza del riscatto può venirci solo dal nucleo innato di Ordine (Ragione) del nostro Io, specchio dell'Essere cui tendono tutte le creature che escono dal Caos. Scarselli rivive con pathos tutta la perversa, innata solitudine dell'Io che si, distacca dal travaglio natale e che una parte rifiuta la precarietà di una vita materiale che si dissolve nella morte; dall'altra, attraverso l'evoluzione delle specie, diventa Autocoscienza e trionfa identificandosi con Dio. Quest'idea salvifica dunque è impensabile senza la .struttura abnorme del travaglio natale, così come è inattuabile la generazione della vita senza la morte, per quel ricambio organico che condiziona e rende la creazione una continua metamorfosi cosmica, riattivando in ogni vita il meccanismo biochimico dell'essere individuale e quindi della sua precarietà. Un circolo vizioso salda i due poli; Vita e Morte sembrano forme preesistenti e primigenie di un programma strettamente trascendente.

Questa di Scarselli è un'indagine teologico/mistica che disorienta e affascina. Attraverso la parola poetica si fondono le grandi domande esistenziali dell'unde venimus, ubi sumus, quo ibimus, che sono costanti nella sua poesia. La sua ricerca ontologica e metafisica si scontra con i limiti invalicabili della mente, con la trascendenza. Il superamento, e la liberazione, sono intravisti in una catarsi della mente pervenuta a una sorta di biologica certezza di Dio, che nelle pagine finali, con la forza di una nemesi mistica, si abbatte su ogni miserabile pragmatismo positivistico e su ogni illusione di progresso meccanicistico. Vanno così in frantumi, in un delirante mistico orgasmo, le ultime scorie di un materialismo ormai decomposto.

Recensione
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