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I rifugi dell'essere
sono i migliori amici dell'Io profondo, che ci consolano, ci capiscono, ci
giustificano... Senz'ombra di dubbio ci è offerto un esempio di letteratura
costruita nelle ricercate maglie, sofisticate, della filosofia dell'esistenza.
Quando tale tipo di scrittura si conforma in poesia, letteratura delle
emozioni e dei sentimenti per eccellenza, l'esito è in partenza ottimale.
Per la poetessa romana, insegnante
di lettere, sono molti i significati dei suoi rifugi. Ne dà alcune
suggestive definizioni: "Sfuggenti chiavi segrete"; "indomiti frammenti di
noi"; "fughe e ritorni".
Traspare l'abitudinarietà d'una
ricerca prima di tutto filosofica e quindi poetica, soprattutto in Rifugi:
"Il mio nome/ i miei occhi/ abitano qui", p. 46.
Le quaranta poesie, monostrofiche,
sciolte nei versi e, sembrerebbe, libere da ogni altro orpello
ritmico-metrico, sono, tutte, coinvolgenti. Non foss'altro per l'elevato
contenuto concettuale, che, nella cristallina scrittura, chiara,
trasparentissima come l'acqua pura, rende i contenuti immediatamente
identificabili nel lettore. Non c'è bisogno d'un processo interpretativo per
raggiungere l'apice del messaggio dell'autrice. Nonostante, come detto, il
cimento poetico abbia ad oggetto l'astrattezza della parola, in ogni caso sono
costruiti versi dal significato diretto.
Anche allorché il punto
d'osservazione sia il sentimento d'amore, come in Scrivimi Parole,
Nei tuoi occhi, È sempre lì il nostro amore, Viaggio d'amore
ed altre magari di meno immediata esternazione amorosa, il peso dell'esistenza
va ben oltre la reciprocità del rapporto d'amore. Mi correggo. Sarebbe più
opportuno dire che piuttosto andare oltre, il senso dell'esistenza si ferma
prima, molto, molto prima, in quanto propria manifestazione, strettamente
individuale, del soggetto umano, che analizza gli aspetti centrifughi a lui
più familiari del medesimo rapporto di coppia. Il che interiorizza il verso,
rendendo partecipe il lettore dell'intima spiritualità della poetessa.
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Recensione |
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