| |
È vero che la poesia è arte per
eccellenza, che implica, prima d'ogni altra considerazione critica,
originalità, fantasia. Ormai, oggigiorno, la non-forma già di per sé
costituisce un ulteriore dettato estetico, tale da porsi quale poesia nella
poesia. Emblematica sia l'esaminanda silloge, di Maria Ebe Argenti, a metà via
tra l'articolata struttura poematica e la singolare performance haiku.
Se è vero che, di frequente,
Sandro Penna, così come citato dalla poetessa (cfr. quartina 21, p. 15),
usava cimentarsi nelle "poesie di quattro versi", qui il contesto è un
assoluto sfoggio di componimenti in quattro versi. È proprio per questo che ho
pensato al paragone con l'haiku.
Si tratta di centootto quartine,
rigorosamente numerate una ad una. D'altra parte sussiste una divisione
tematica, che scansiona sei sequenze, cinque di venti quartine e la sesta di
otto (Esordio, Fioriture, Affinità, Sesto senso,
Infine ed Oltre), che appunto dà l'idea di sei canti d'un unico
poema. Ed è, invariabilmente, in chiusura d'ogni singola sezione che le
correlative ultime due quartine sono numericamente appaiate, peraltro prodotte
in corsivo, dal generico contenuto didascalico-esplicativo dell'intera
sezione.
Mentre, come s'è detto, solo
l'ultima parte, Oltre, formata da otto anziché venti quartine, si
conforma per l'appunto più sinteticamente. Ma è chiaro lo scopo! L'Oltre,
come proposto nell'ultima sezione, si presta ad una diafana, scarna, in un
certo senso disossata, rappresentazione di quanto caratterizza il superamento,
il valico, la palancola che dalla terrestrità conduce all'aldilà. In quel
frangente purtuttavia qualcosa di terreno, di materiale, persiste. Ecco la
spiegazione di quel terzo, circa, di componente del linguaggio, che serve,
sorta di Caronte, per tragittare l'esperienza umana nella trascendenza della
spiritualità.
L'endecasillabo-dodecasillabo è il
metro medio che delimita le quartine della raccolta.
Con attinenza alla cadenza rimica,
le combinazioni, sempre terminali nel verso, sono le più varie possibili, in
un'alternanza perciò di rime baciate, alternate e spesso in quarta battuta.
Si evince allora un allineamento
alla quartina classica nella costante presenza di un'estemporanea variabile
sia metrica (alternaza di endecasillabo e dodecasillabo ma anche di altre
vicine soluzioni) sia rimica.
Dulcis in fundo, si assapora
l'originale strutturazione d'una rediviva forma, perciò solo parzialmente sui
generis, applicata ad un tipo di poesia che non vuole distaccarsi troppo dal
canone, anzi riconoscendone attuale, rimodellata investitura.
| |
 |
Recensione |
|