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È, questa, dedicata al
"Monti" un'ampia monografia su un personaggio (13.6.1872 - † 2.2.1954), con un
verosimile passato nei Carabinieri Reali, la cui fama, nei limiti del territorio
del basso ferrarese (Mesola e frazioni), è ancora oggi viva nel ricordo di
quella popolazione per la seria azione istituzionale che svolse in forza dei
suoi diversi mandati a più livelli amministrativi. Ma soprattutto "Monti" è
ricordato, al di là d'un'eloquente lungimiranza d'obiettivi, per la sua
integerrima onestà morale e, più in generale, umana, che lo vide prodigarsi,
anche con l’elargizione di denaro sonante, a favore delle classi più umili e
disagiate.
"Monti" in realtà
anagraficamente corrispondeva al nome di Antonio Mariano Buttini. "Monti" era
niente più che il soprannome col quale i suoi cittadini lo avevano etichettato.
Probabilmente perché d'una zona non solo pianeggiante ma addirittura a ridosso
dell'Adriatico egli visse su una sorta di promontorio ben lungi dall'essere
preso a confronto con qualsiasi tipo di monte, si trattasse anche una delle più
basse colline. La versione che il curatore adotta a giustificazione è – e lo
ammette anche lui – abbastanza forzata. Ad ogni modo, era con tale nome che
Buttini era noto. E lo è tuttora. Tant'è che la targhetta della via che i
mesolani gli hanno dedicato reca la seguente scritta: B. M. Monti.
Il suo operato
politico-amministrativo si svolse sempre all'insegna d'una militanza socialista,
che non venne meno neppure nel ventennio fascista. Nello scorcio di tempo più
attuale, Buttini ebbe, com'è logico che fosse, vista la sua coerenza ideologica
verso il socialismo, stretti contatti col ferrarese Luigi Preti.
Come si evince dal
sottotitolo, "Monti" o, come meglio si voglia, Buttini, tuttavia, non giunse
mai in Parlamento a livello nazionale, come, più tardi, capitò al Preti, bensì
ebbe due volte (dal 1916 e dal 1949) la nomina a Deputato Provinciale Ferrarese.
In pratica, considerando la valenza di tale incarico, sancito dalla legge
2248/1865, all'allegato A, che istituiva la "Deputazione provinciale" e, di
conseguenza, "Deputati provinciali" erano i suoi membri, Buttini fu nominato
all'equiparata soglia di quella che attualmente è detta "Giunta provinciale" ed
i suoi membri "Assessori provinciali".
Va detto, per
rispetto di colui che ne curò di fatto la monografia (tranne la sola
pubblicazione, perché nel frattempo ne subentrò la morte), raccogliendo il
materiale di prevalenza e facendone altresì un primo schematico menabò, che il
vero fautore dell'iniziativa fu il mesolano Nello Mangolini, ex sindaco del
medesimo comune. Pertanto, per quanto Maccapani appaia in copertina come l'unico
autore del presente saggio biografico (peraltro interpretato con un'estensione
molto diversiva, e proprio per questo interessante), in realtà è dato al lettore
un lavoro a quattro mani. Mi si perdoni se oso dire che, a mio parere, sarebbe
stata cosa simpatica, specialmente per i suoi familiari tuttora viventi,
indicare in copertina anche il nome di Nello Mangolini, magari tra parentesi.
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Recensione |
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