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Questa raccolta in disamina di Roberto Marescotti di fatto è un pot-pourri di
poesia e narrativa. Una variegata opera che propone una prima parte di
ventisette poesie e, divise da un séparé d’una cinquina di amene figurazioni di
Flavia Dal Toso e di Loris Brugnatti, a realizzazione d’un minimo, ma ben degno,
apparato iconografico, seguono sei brevissimi racconti, un paio d’originali,
metaforiche lettere d’amore, ed, a chiusura, una pagina con nota e poesia in
cinque versi dedicata ai cani dell’autore.
Il titolo del volumetto (sottotitolo a parte), Nei cassetti dell’anima,
è anche titolo d’una delle poesie (p. 10) della raccolta. Talché, precisamente
da questo componimento, se ne possono dedurre in concreto i contenuti del
succitato spirituale cassetto. Eccoli serviti, secondo la poetica descrizione
che ne dà Marescotti: i sogni che se ne son volati via; le lacrime che
non ci abbandonano; un raggio di sole che cercava la libertà; i
tuoi baci di una primavera ormai lontana | ma che ancor mi riscaldano.
Di conseguenza emerge che gli argomenti decantati nei versi sono: i sogni
ed i desideri; i pianti celati nell’anima, per giovanili occasioni perdute;
un’oppressa interiorità, schiacciata dagli eventi della vita, dalle sue causali
e soprattutto casuali evenienze, dagli stereotipati comportamenti richiesti
dalla società; e, specialmente, quei nostalgici e felici ricordi degli amori di
gioventù, ma altresì, si può coerentemente pensare, all’amore concentrato nel
presente.
Quanto alla struttura delle composizioni poetiche, è esaltata una poesia
sobria, sintetica, talora ermetica. I versi che ne caratterizzano la forma
trovano ampia soluzione tristica, cioè imperniata sulla terzina. Terzina
presentata con performance univoca o doppia, oppure ibridata da altre strofe; ed
allora appare generalmente messa in condominio con la quartina, o con distici
oppure altre volte con semplici quanto efficaci monostici. La versificazione
comunque sia presentata è invariabilmente libera.
I racconti, lettere incluse, sono alimentati, se non generati, da una loro
originalità. E, soprattutto, è l’elemento ironico a colorarne la sia pur breve
trama, che in certi casi è ben visibile già dal titolo (Indiani e corsie
d’ospedale; Dell’Emerito Dottore, Professore Teobaldo Teobaldi di
Montemiracoli).
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Recensione |
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