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È, questa,
un’opera eccezionale, che ci porta sul gradino più alto della scala dei valori
umani. Il padovano Piotto, giornalista de Il Gazzettino fa da musivo
interprete delle impressioni-espressioni del suo concittadino, padre Tiziano
Sofia, salesiano, incaricato di ricostruire la diocesi di Tshumbe, nel Kasai
orientale congolese (ex Zaire), nonché la cattedrale (vedasi copertina) di
Lodja, nei pressi della capitale Kinshasa. Sicché gli autori, in realtà, sono
due.
Così
esordisce Piotto: “Ho scelto soltanto alcune delle quotidiane lettere scritte
ed inviatemi da padre Tiziano dal Congo, probabilmente quelle che più calzano
con il mio sentire, o che più mi arricchiscono. Sono riflessioni che
rigenerano dal di dentro” – dalla presentazione. Dovette credergli!
In pratica,
tra malaria e dengue (malattia causata da un virus trasmesso da un
insetto), senz’acqua potabile o parzialmente sterilizzata dall’amuchina, si
aggiungono le “divergenze con le autorità locali” ad impedire a padre Tiziano
Sofia (l’hanno persino arrestato), al di là della mancanza delle necessarie
risorse, la costruzione di quanto la recente guerra civile aveva letteralmente
annientato. Ricchezza (miniere di coltan, cobalto, uranio, non esclusi oro e
diamanti) e povertà intesa nella maniera più restrittiva costituiscono il
paradosso di cotale nazione. Dice il salesiano: “Qui a Tshumbe, nel cuore del
Congo, al primo impatto mi rendo conto con sgomento che il Creatore ha
dislocato nel nostro caro pianeta Terra il paradiso ed il purgatorio, mentre
l’uomo vi ha messo l’inferno”. “Là a Tshumbe – aggiunge, più avanti – c’è il
confronto [...] fra il Bene ed il Male, fra la Vita e la Morte, fra l’antico
che si rinnova ed il nuovo che inesorabilmente invecchia, fra la vita che
muore divorando se stessa.”
Il libro è
eloquentemente corredato dalle foto scattate da padre Tiziano Sofia e da
un’appendice d’altri pertinenti testi-documento.
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Recensione |
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