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Di qua e di là del Fiume,
memorie in dieci capitoli (1915-18 - 2015-18
Centenario della Grande Guerra)
Può apparire insolito in un tempo in cui si minacciano
guerre nucleari, e si paventano attacchi chimici, rievocare un conflitto
combattuto in maniera tradizionale, uomo a uomo, con armi ormai desuete e
rudimentali come fucili, granate, baionette. Eppure la memoria storica è un
patrimonio inalienabile, del quale nessun popolo deve essere
espropriato, "la memoria collettiva diventa il giusto baluardo contro le
possibili avversità, ma, soprattutto, il viatico indispensabile per la
progettazione del futuro; in buona sostanza cogliere i particolari per definire
il tutto o, se si preferisce, individuare il tutto per comprendere i
particolari" (dalla prefazione del prof. Leonardo Vecchiotti).
II curatore del libro, Ferruccio Gemmellaro, nativo di
Jesi, ma vive a Meolo, proprio nei luoghi che furono teatro di quegli eventi.
Poeta, scrittore, saggista, pubblicista e redattore, ha una attività
culturale varia e intensa: curatore di premi, critico, presidente nel tempo di
diverse associazioni e membro di delegazioni a fini artistico-culturali.
Ha pubblicato opere di narrativa (L’acchiatura (1976), Quella notte
fatta di sogni e di mistero (1989), Centofiabe in biblioteca (1989),
1l Conte d'Aci Caste|lo (1992), Stele daunia per la vergine Beccarino
(1997), Racconti cisfantastici (1999), La pulzella delle specchie
(2001), La mercenaria da Bianca Cappello ad Alvise Cassier (2005),
L’amante italiana di Annibale Iride la Salapina (2009),
Semaforo nero (2016); di saggistica: Stellette e radar (1983), L
Omologismo (1996), Omologismo storico (2003), Le stellette che
portavamo (2004), Omologismodue (2007), OmologismoTre (2013).
Omologismoquattro (2016); di poesia: Omologismo (1995), in
antologie AAVV Florilegio (1992), Trittico
poetico
(1995), Realtà e poesia (1997), presente in tomi
Letteratura Italiana Contemporanea Edizioni Helicon.
Ha conseguito molti primi premi e riconoscimenti, come nel 1986 "S.
Paolo" Treviso; 1998 "Brontolo" Salerno; 1999 "Città di Giulianova", 2002 Premio
Speciale “D’Annunzio”, ed è presente in numerose antologie e dizionari. Adesso,
con questo breve saggio celebrativo, si addentra nella rievocazione storica. Ma
che senso può avere, oggi, ricordare una guerra che fu al contempo, per armi,
tecniche e strategie militari, l'ultima guerra antica e la prima moderna?
Eppure un senso c’è, per le persone e i luoghi che, con conseguenze che
perdurano tutt’oggi, ne furono coinvolti, per il messaggio intrinseco
del testo, dove attraverso i vari capitoli, si può constatare e
toccare con mano quante categorie di gente ne furono interessate e ne subirono
gli effetti, in diversa misura e per diverse ragioni, non solo soldati, ma
civili, donne, personaggi della cultura, operai, bambini, come sempre è
stato e sempre purtroppo sarà per tutte le guerre.
Rilievi e osservazioni importanti, offre questo libro agile e di
scorrevole e interessante lettura, diviso in brevi capitoli, che denotano
ed evidenziano i vari aspetti, talvolta anche trascurati e controversi,
della "grande guerra", della quale non può e non deve spegnersi il
ricordo: la guerra degli analfabeti, perché basso era in quegli
anni il grado di alfabetizzazione, con tutte le difficoltà connesse, per
i militari che ne furono protagonisti, una per tutte quella epistolare, di
comunicare, trasmettere e scambiare notizie con le famiglie; la
guerra dei poeti, per il gran numero di artisti e intellettuali che
vi furono, in qualche modo, e a vario titolo, coinvolti, oltre
all’italiano D'Annunzio, basti ricordare nomi come H. L. Williams,
Hemingway, Dos Passos, Ravel, Walt Disney, René Clair, Cronin; la guerra dei
meridionali, per la massiccia partecipazione di "ragazzi del sud" che
vi presero parte, proiettati in un ambiente e in terre estranee, e che vi
persero la vita; la guerra dei ragazzi, per via del reclutamento forzato
di tanti giovanissimi allo scopo di incrementare le truppe dopo la
disfatta di Caporetto; la guerra delle donne, perché, oltre a numerosi
singoli episodi di eroismo, oltre al cospicuo numero di crocerossine che si
spesero nell’assistenza ai soldati, oltre alle migliaia di spose, madri, figlie
che furono private dei loro cari, tante furono le donne che, rimaste sole,
dovettero adattarsi durante la guerra a ricoprire tutti quei posti lasciati
vacanti dagli uomini, e cosi via dicendo.
Il libro rievoca eventi tristi e funesti, ma anche eroici, questo breve
saggio non si limita ai fatti storici, in esso peraltro non c’è solo memoria e
celebrazione, ma anche notizie e particolari sulla "Grande Guerra", inediti e
noti a pochi, e riflessioni di notevole rilevanza storica.
Ma anche un monito, circostanziato e forte, sulla guerra, su tutte le
guerre, e sul loro prezzo: "Non esiste, pertanto, ideologia che sia stata
esente da questo grave sacrilegio contro l’uomo e, se lo è, va a solo merito dei
soggetti. Tutti i responsabili hanno mostrato affinità filosofiche poste a
giustificazione della ragion di stato", dice l’autore, per concludere,
infine: "Una malaugurata rinuncia ci condurrebbe a far dimenticare, nel
futuro, alle nuove generazioni, tutti gli olocausti della storia, e già troppe
volte è accaduto; obliandoli o, peggio, imputandoli ipocritamente ad ‘altri
tempi’, si ricadrebbe, prima o dopo, in quelle empietà storiche e nel credere
ancora all’avvento di uomini della provvidenza".
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Recensione |
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